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Gazzetta: “Maldini-Milan, cosa succede e cosa filtra: il braccio di ferro e la grande questione”

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È arrivato il 30 giugno e Paolo Maldini e Ricky Massara sono ancora in scadenza con il Milan. Mancano poche ore e poi saranno senza contratto, queste le ultimissime da La Gazzetta dello Sport: “Sta finendo la sabbia nella clessidra....
Andrea Agostinelli

È arrivato il 30 giugno e Paolo Maldini e Ricky Massara sono ancora in scadenza con il Milan. Mancano poche ore e poi saranno senza contratto, queste le ultimissime da La Gazzetta dello Sport: "Sta finendo la sabbia nella clessidra. Granello dopo granello, giorno dopo giorno, siamo arrivati al 30 giugno. Paolo Maldini e Ricky Massara sono in scadenza: a mezzanotte saranno liberi di firmare con altre squadre e non potranno operare con un biglietto da visita rossonero.  I milanisti da giorni si fanno tre domande. La più importante: Maldini e Massara rinnovano? La seconda: perché si è arrivati così vicini alla scadenza? La terza: se c’è un braccio di ferro (e certo che c’è), quali sono i problemi al centro del dibattito? Proviamo a rispondere risalendo dall’ultima domanda alla prima, con una considerazione di fondo: è clamoroso che si sia arrivati a questo punto, che la squadra campione d’Italia e i suoi dirigenti di riferimento non abbiano ancora trovato un accordo.

Paolo Maldini e la proprietà del Milan si sono scambiati bozze di contratto negli ultimi giorni e la grande questione è l’autonomia decisionale. Qui, più che altrove, si sta giocando la partita. Non è questione di aumentare le competenze - Maldini non vuole un ruolo di amministratore delegato a tutto tondo, non vuole occuparsi della gestione finanziaria del club - ma di avere la fiducia totale della proprietà e l’ultima parola sulle decisioni che riguardano l’area tecnica, suo ambito di competenza. Maldini, insomma, chiede che siano messe per iscritto le sue competenze e, se stiamo all’attualità estiva, che sia garantita l’autonomia decisionale sul calciomercato, ovviamente in accordo con Massara e Pioli. Elliott, invece, certamente non gradisce da un suo dirigente esternazioni come quelle di Maldini alla Gazzetta, dure e nette contro la proprietà. Perché si è arrivati all’ultimo giorno? L’accordo con Cardinale ha sicuramente bloccato un processo ma, al contempo, ha introdotto una figura nuova, in piena sintonia con Maldini. Non è un mistero che Maldini abbia trattato direttamente con il futuro proprietario, a cui ha spiegato la sua visione di un Milan europeo, in grado di tornare a giocare la fase a eliminazione diretta della Champions, come una delle migliori squadre del continente.


La domanda rimasta in sospeso quindi è la più complessa. Il rinnovo arriverà? A tarda sera, nell’aria restava ottimismo. Nonostante tutto, nonostante gli ultimi due giorni siano stati tra i più duri, ci sono buone probabilità di accordo. I legali sono al lavoro e una volontà comune c’è, c’è sempre stata. Si tratta di trovare un compromesso, con una strana problematica da fuso orario, considerato che i legali di Elliott sono negli Stati Uniti. Improbabile insomma si trovi una soluzione nella mattina del 30, quando a New York sarà notte. E allora, è possibile che tutto venga rimandato ai prossimi giorni? Non è da escludere anche se certo, Maldini e Massara da venerdì non sarebbero operativi e lo stato d’animo dei due direttori - già quanto meno... dispiaciuti - peggiorerebbe".

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