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Frosinone in A, la Gazzetta: “Ecco sette protagonisti della promozione da tenere d’occhio”

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Il Frosinone è tornato in Serie A e al fantacalcio. La Gazzetta dello Sport ha presentato sette giocatori protagonisti della promozione, tra talenti e vecchia guardia. TURATI – “Primo, non prenderle. Concetto comunque non banale per...
Guglielmo Cannavale

Il Frosinone è tornato in Serie A e al fantacalcio. La Gazzetta dello Sport ha presentato sette giocatori protagonisti della promozione, tra talenti e vecchia guardia.

TURATI - "Primo, non prenderle. Concetto comunque non banale per una squadra più che mai frizzante quando ha il pallone tra i piedi. E che ha affidato i suoi pali a un ventunenne, il terzo portiere della B per percentuale di parate sui tiri ricevuti (76%). Stefano Turati ha chiuso senza subire gol 20 partite su 34 (nella passata stagione, i colleghi che hanno fatto meglio si sono fermati a 15 clean sheet). In casa, il dato è ancor più impressionante: allo Stirpe, solo in quattro partite su 17 gli avversari sono riusciti a infilare la porta del Frosinone. I meriti ovviamente non sono tutti i suoi, ma il portiere di proprietà del Sassuolo torna adesso con validissimi argomenti in Serie A, dove si fece conoscere da giovanissimo (nel 2019) con una super parata su Cristiano Ronaldo allo Stadium. Prima, l’appuntamento azzurro: all’Europeo U21 sarà il vice di Carnesecchi".


LUCIONI - "Quarta promozione in A in carriera, lo specialista. Ci era già riuscito col Benevento di Baroni, con il Lecce di Liverani, ancora a Lecce (e di nuovo con Baroni) nella passata stagione. Poi la scelta di rimettersi in gioco a Frosinone, con l’investitura e i gradi di capitano subito al braccio. Riferimento nello spogliatoio – le cene di squadra il mercoledì sera sono state un punto fermo – e combattente in campo: nell’album fotografico del campionato resta la sua esultanza dopo il gol con l’Ascoli del 10 aprile, con il volto sanguinante per un colpo fortuito subito in testa. Da quel momento indossa un turbante – modalità Chiellini – che gli vale da corona: in Serie B è un re, chissà se deciderà di cimentarsi di nuovo al piano di sopra. Intanto, ha anche un’idea per il futuro: “Mi piacerebbe fare il direttore sportivo, tra Corvino e Angelozzi negli ultimi due anni ho avuto grandi maestri”".

BOLOCA - "Gioiello luccicante in vetrina, orgoglio personale di Guido Angelozzi che l’aveva scoperto ai tempi dello Spezia e poi se l’è portato a Frosinone (con un doppio salto dalla D alla B) . In ottica mercato, può essere il nuovo Gatti e condivide con il difensore della Juve anche le origini piemontesi (nato a Chieri da genitori romeni), un percorso fatto di gavetta e sacrifici, la maturazione che ha avuto bisogno dei suoi tempi. Ma conta poco, l’importante è arrivare: a 24 anni è centrocampista totale, fisico e testa, usa entrambi i piedi ma deve migliorare sotto porta (ha segnato un solo gol, molto bello, a Palermo). Roberto Mancini lo ha tenuto d’occhio per poi convocarlo allo stage di Coverciano dello scorso dicembre, strappandolo alla Romania che l’aveva fatto esordire in amichevole con la nazionale maggiore. Daniel, però, la sua scelta l’ha fatta: “Ho risposto alla convocazione della Romania perché era una grande occasione e per rendere orgogliosi i miei genitori – ha raccontato -, ma non conosco la lingua e mi sentivo a disagio. Il mio desiderio è l’Italia, sono nato e cresciuto qui. Se Mancini mi richiama, io ci sono”. Giocando in Serie A, sarà ancora più semplice".

MAZZITELLI - "Come Lucioni, seconda promozione di fila. Lui è arrivato dal Monza (insieme a Sampirisi), assetato di rivincita, perché in realtà avrebbe voluto una chance in A in Brianza. Poco male, perché nel frattempo è diventato il padrone del centrocampo di Grosso, al punto che i compagni definiscono la terra di mezzo “Mazzilandia”: un reparto reso fortissimo anche da gente come Rohden e Garritano. Dalla mezzala che era nel 3-5-2 di Stroppa, Mazzitelli si è trasformato in un play di lotta e di governo dal rendimento garantito e dal piede caldo (2 gol, uno su punizione e il gran destro al volo di Como, anche grazie a lui il Frosinone è – insieme al Parma – la squadra di B che ha segnato di più da fuori area). Il campionato vinto gli vale il riscatto obbligatorio dal prestito e la possibilità di non cambiare ancora una volta maglia (ne ha vestite 10 diverse, nelle ultime 9 stagioni). Per lui, la Serie A è una riconquista: ai tempi del Sassuolo ha giocato anche l’Europa League".

CASO - "Giocatore antico, nel senso migliore del termine. Ala sinistra che vive di scatti feroci palla al piede, devastante in campo aperto ma anche nello sfidare le difese schierate con quei dribbling ad altissima percentuale di riuscita. Non segnerà mai tantissimo (“Ho sempre preferito l’assist al gol”, raccontò qualche tempo fa), ma nelle giornate buone spacca le partite. Magari dovrebbe imparare a firmare anche gol brutti, perché tra i suoi 8 centri il livello estetico è molto alto: la copertina se la prende lo slalom finito in porta con la Spal all’andata, partendo dalla sua metà campo con una velocità irresistibile. Seconda stagione di fila finita in trionfo, dopo la clamorosa salvezza ai playout con il Cosenza di Bisoli. La Serie A l’ha solo annusata (esordio col Genoa, alla Fiorentina si è fermato in Primavera). Adesso tocca a lui".

INSIGNE R. - "Povero Lorenzo, verrebbe da dire, visto che a Toronto si ritrova lontano dalle feste che più gli stanno a cuore. Quella per lo scudetto del Napoli, ovviamente, ma anche quella per la terza promozione in A del fratellino Roberto (che aveva già centrato lo stesso obiettivo con il Parma e il Benevento). Il marchio di fabbrica sono le partenze incrociate dalla trequarti di destra per sganciare un tiro a giro – come Lorenzo, ma con l’altro piede – che sa essere irresistibile. Dopo la perla contro il Cagliari (tiraggiro, termine sdoganato anche dalla Treccani), sulla chat di famiglia gli è arrivato un messaggio dal Canada “La vuoi smettere di guardare i miei video su Youtube e copiarmi?”. Ha segnato 8 gol, ma la sua centralità è chiarita anche da altri numeri: oltre 1000 palloni giocati (nessuno come lui tra gli attaccanti di Grosso), 84,5 % di passaggi riusciti. Quantità e qualità".

MULATTIERI - "Gol e dolci melodie, visto che al pianoforte se la cava bene. L’ultima volta in doppia cifra ci era arrivato nell’esperienza con il Volendam in seconda serie olandese, lì dove le difese non sono proprio cattivissime. Tutt’altra storia la nostra Serie B, dove i suoi 12 gol – tra i nati dal 2000 in poi, è quello che ha segnato di più – li ha realizzati partendo appena 15 volte da titolare nella rotazione tra le prime punte (Moro, ma anche Borrelli) sapientemente gestita da Grosso. Per il senso della porta e la struttura fisica non gigantesca ricorda Pippo Inzaghi, l’Inter – che l’ha valorizzato in Primavera, per poi mandarlo in giro – sorride monitorando con interesse la sua crescita (anche nell’ottica di monetizzare). Un’occasione in A la merita a pieno, che sia proprio rimanendo a Frosinone o magari in un’altra medio-piccola. Nel frattempo, sarà al centro dell’attacco dell’Under 21 nell’Europeo: anche in azzurro (3 gol in 5 partite) la media realizzativa è da cannibale dell’area".