Non sono d’accordo. Non tutte.
«In realtà la penso anch’io così. I nostri giocatori sono stati scelti uno per uno, nessuno è qui per caso. Boga è arrivato che non sapeva relazionarsi né con i compagni né con la porta, ma quanto a capacità di saltare l’uomo io gli metto davanti Messi e poi... dovrei pensarci. Ora gioca con la squadra, e se ne sono accorti tutti. Locatelli è il miglior centrocampista italiano e non solo: con la Nazionale in Olanda aveva davanti Wijnaldum, una colonna del Liverpool, eppure l’ha sovrastato».
Boga e Locatelli venivano da Chelsea e Milan. Bravi voi o scarsi loro?
«La logica del grande club è differente, devi dare tutto e subito. Al Sassuolo è più facile concedere del tempo. Per me Raspadori se continua così diventerà il centravanti della Nazionale; se Traoré riuscirà a mettere ordine e concretezza nelle sue intuizioni avremo un gran giocatore. Se mostrano qualità e voglia di lavorare, qui li si aspetta».
Ci spiega la traiettoria interrotta di Berardi? Ha 26 anni, è chiaramente un giocatore superiore, eppure ha sempre rifiutato il grande club.
«Il suo caso è comprensibile soltanto conoscendo bene la persona: è un ragazzo genuino, consapevole della sua forza ma anche del fatto che è il suo ambiente a conferirgliela. I suoi amici, i suoi affetti. Domenico è spiazzante, perché siamo abituati a un mondo in cui tutti vogliono salire di più, brillare di più, guadagnare di più. La sua permanenza felice al Sassuolo va contro le regole».
La sensazione è che il traguardo di questa stagione disegnerà il futuro del Sassuolo.
«Sensazione corretta. Senza l’Europa, il ciclo di questo gruppo sarebbe concluso e l’anno prossimo si dovrebbe ripartire su basi nuove».
Sempre parlando di sensazioni, lei salterà la squadra intermedia per andare direttamente a una grande.
«Guardi che non è assolutamente detto che me ne vada, anzi. Potrei trovare molto stimolante giocare in Europa col Sassuolo, o magari impostare il nuovo ciclo».
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