LE GARE SALTATE - “Il volume di infortuni - scrive il Corriere dello Sport - si è tradotto in 684 partite potenzialmente saltate dallo squadrone degli infortunati, tenendo conto che molti sarebbero rimasti in panchina. Per dare un’idea: considerando che in ogni giornata di campionato si disputano 10 incontri, ce n’è abbastanza per completare un campionato e arrivare quasi alla 30esima giornata del torneo successivo… E ovviamente è un dato che si ferma ad oggi: ma pensate solo alle partite che continueranno a non giocare due come Milik e Florenzi…”.
MUSCOLI E GINOCCHIA - Analizzando la tipologia degli infortuni emerge che per il 55,8% si tratta di problemi muscolari. Gli infortuni di tipo traumatico sono il 42,4% e poi ci sono le indisponibilità per influenza e simili. Sono ben 12 i calciatori che hanno subito la rottura del legamento crociato: Marchisio e Rudiger l’anno scorso, Mario Rui la scorsa estate, Montolivo in Nazionale e Milik con la Polonia. A questi si aggiungono altri 20 casi di traumi distorsivi al ginocchio, magari con un interessamento dei legamenti che non ha richiesto però intervento chirurgico, e 16 traumi alla caviglia. 4 i casi di problemi al menisco.
NON SI ALLENA PIÙ - La natura del problema che sta alla base degli infortuni nel calcio moderno è ovviamente la frenesia dei ritmi e dei calendari. Una volta iniziata la stagione per gli allenatore c'è raramente il tempo per poter "allenare". Spesso una settimana lavorativa da domenica a domenica si traduce in 3 giorni di partita, 2 di scarico e 2 di "preparazione" alla partita successiva. Di fatto non c'è tempo per coloro che si fermano, per rientrare al meglio e ai ritmi dei compagni. Le difficoltà muscolari sono legate principalmente alla necessità di forzare i tempi di rientro, ma c'è un dato tecnico che preoccupa per quanto riguarda i traumi distorsivi agli arti inferiori. La tendenza della tecnologia va nella direzione di un connubio scarpa-terreno che raramente permetta al giocatore di scivolare. Un bene per chi in corsa è lanciato all'inseguimento della sfera, ma non sempre si può dire lo stesso in caso di interventi in contrasto che sono alla base delle distorsioni che portano poi alla rottura.
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