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Da Florenzi a Berardi, da Storari a Montolivo: già 193 infortunati in Serie A, ecco i motivi

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Il doppio impegno e le Nazionali condizionano non poco la stagione di un giocatore. Soprattutto chi non è abituato, rischia di accusare il peso della stanchezza sui propri muscoli. Nella giornata di ieri il direttore generale del...
Alessandro Cosattini

Il doppio impegno e le Nazionali condizionano non poco la stagione di un giocatore. Soprattutto chi non è abituato, rischia di accusare il peso della stanchezza sui propri muscoli. Nella giornata di ieri il direttore generale del Sassuolo Giovanni Carnevali era stato chiaro: “La doppia competizione è stata un banco di prova importante e avere così tanti infortunati condiziona il nostro rendimento”. Già gli infortuni, nel calcio moderno sono diventati una costante e, sempre di più, possono indirizzare le stagioni dei club.

GIÀ 193 INFORTUNATI - Nell’inchiesta condotta dal Corriere dello Sport emerge che sono 224 gli infortunati da questo inizio di stagione. In casa Juve ci son già stati 17 incidenti, 16 invece per Roma, Inter e Atalanta seguire da Sassuolo e Pescara a quota 15. Le squadre con meno infortunati sono Crotone e Genoa: quattro infortuni a testa. Finora ai box sono finiti in 193, tra coloro che ci sono stati solo una volta e quelli che sono stati costretti ad andare più volte dal dottore.


LE GARE SALTATE - “Il volume di infortuni - scrive il Corriere dello Sport - si è tradotto in 684 partite potenzialmente saltate dallo squadrone degli infortunati, tenendo conto che molti sarebbero rimasti in panchina. Per dare un’idea: considerando che in ogni giornata di campionato si disputano 10 incontri, ce n’è abbastanza per completare un campionato e arrivare quasi alla 30esima giornata del torneo successivo… E ovviamente è un dato che si ferma ad oggi: ma pensate solo alle partite che continueranno a non giocare due come Milik e Florenzi…”.

MUSCOLI E GINOCCHIA - Analizzando la tipologia degli infortuni emerge che per il 55,8% si tratta di problemi muscolari. Gli infortuni di tipo traumatico sono il 42,4% e poi ci sono le indisponibilità per influenza e simili. Sono ben 12 i calciatori che hanno subito la rottura del legamento crociato: Marchisio e Rudiger l’anno scorso, Mario Rui la scorsa estate, Montolivo in Nazionale e Milik con la Polonia. A questi si aggiungono altri 20 casi di traumi distorsivi al ginocchio, magari con un interessamento dei legamenti che non ha richiesto però intervento chirurgico, e 16 traumi alla caviglia. 4 i casi di problemi al menisco.

NON SI ALLENA PIÙ - La natura del problema che sta alla base degli infortuni nel calcio moderno è ovviamente la frenesia dei ritmi e dei calendari. Una volta iniziata la stagione per gli allenatore c'è raramente il tempo per poter "allenare". Spesso una settimana lavorativa da domenica a domenica si traduce in 3 giorni di partita, 2 di scarico e 2 di "preparazione" alla partita successiva. Di fatto non c'è tempo per coloro che si fermano, per rientrare al meglio e ai ritmi dei compagni. Le difficoltà muscolari sono legate principalmente alla necessità di forzare i tempi di rientro, ma c'è un dato tecnico che preoccupa per quanto riguarda i traumi distorsivi agli arti inferiori. La tendenza della tecnologia va nella direzione di un connubio scarpa-terreno che raramente permetta al giocatore di scivolare. Un bene per chi in corsa è lanciato all'inseguimento della sfera, ma non sempre si può dire lo stesso in caso di interventi in contrasto che sono alla base delle distorsioni che portano poi alla rottura.