L’ATTACCO - “Questa emergenza ci ha compattato, c’è più unità di prima. Molti falchi sono diventate colombe anche se è rimasto qualcuno che vuole fare il fenomeno, che rompe il fronte per avere vantaggi. Furbizie, atteggiamenti di piccolo cabotaggio. Non è il momento. Non faccio nomi, non voglio dare lezioni a nessuno”.
I NOMI - Il giornalista nomina De Laurentiis e Lotito, presidenti di Napoli e Lazio che sembrano andare in un’altra direzione rispetto alla maggioranza dei club. Cairo interviene: “Lo chieda a loro. Solo, mi sembra una follia sostenere una tesi sulla base dei dati del contagio. Dire “la mia regione non ha problemi” con una situazione così in evoluzione è una frase infelice. Poi esplode il virus a Fondi e allora…”.
SCENDERE IN CAMPO - “Le loro squadre in campo settimana prossima? Intanto ci sono almeno 16 società che non la pensano così. Perché Lazio e Napoli hanno rotto il fronte? Immagino per interessi sportivi. Forse per avvantaggiarsi nella preparazione. Ognuno deve comportarsi come crede. Noi avremmo voluto allenarci, ma al centro c’è il diritto alla salute delle persone, bisogna stare molto vigili. Comunque martedì prossimo ci troveremo tutti in Lega, dove stanno lavorando bene, e cercheremo una soluzione condivisa”.
CAMPIONATO - “Se credo finirà? Inutile avventurarsi in previsioni, davanti a una pandemia noi non possiamo che navigare a vista. Fissare un inizio o una fine ora è senza senso, ma nel caso riprendessimo, l’ipotesi porte chiuse è la più probabile”.
TAGLIO STIPENDI CALCIATORI - “Sarà inevitabile. Siamo di fronte a un problema di sistema che rischia di implodere senza accorgimenti importanti. Credo che i calciatori siano i primi a volerlo, sono ragazzi che hanno testa. Per prima cosa qui bisogna limitare i danni, poi si penserà alla ricostruzione economica. Il calcio come tutti gli altri settori. Congelarli dall’1 marzo? Il riferimento all’ultima giornata di campionato mi sembra plausibile. E sarà una contrattazione collettiva perché è giusto che i sacrifici siano ripartiti in maniera equa”.
AL GOVERNO - “Alla fine dell’emergenza chiediamo di aiutarci. Direttamente o indirettamente. Altrimenti molte società di calcio rischieranno il fallimento. Di aiutarci con agevolazioni fiscali, con norme più agili per la costruzione di nuovi impianti. E con il possibile cambio della legge sul betting che vieta alle agenzie di scommesse di investire nel calcio. Sono aziende che vogliono investire e sono controllate. Sbagliato voltare loro le spalle”.
CALCIO POST CORONAVIRUS - “Se rispetteremo le regole, l’Italia riuscirà anche se non a breve a rivedere la normalità. E così anche il calcio”.
LONGO - “Gli ho parlato, non vede l’ora di poter finalmente mostrare quello che sa fare. E io con lui. Ci riuscirà: lo sapete, sono un ottimista”.
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