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Ausilio: “Gudmundsson, Lautaro, Barella e Buongiorno: vi rispondo così! Retroscena Leao e Lukaku”

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Il direttore sportivo dell'Inter Piero Ausilio è stato protagonista di una diretta su Instagram con il giornalista Fabrizio Biasin: ecco le sue parole.
Alessandro Cosattini

A tutto Piero Ausilio. Il direttore sportivo dell'Inter è stato protagonista di una diretta su Instagram con il giornalista Fabrizio Biasin. Ecco le parole del ds nerazzurro tra campo, mercato e non soltanto: "All'Inter dal gennaio del 1998, con altre mansioni, ero un ragazzino praticamente. Mi sono infortunato al primo passo per entrare in campo dopo il derby, al polpaccio, è una cosa abbastanza lunga. Meglio me che un giocatore ecco. Penso sia tutto importante per la stagione, anche il coordinamento di tutto il gruppo lavoro, non solo chi è sul campo. Bisogna curare i particolari per vincere, quando si hanno più giocatori a disposizione l'allenatore può scegliere meglio la formazione e ci sono più possibilità di portare a casa i risultati".

SECONDA STELLA - "Cos'ho pensato non posso dirlo. Da 1 a 100, 95% sofferenza e 5% godimento, già dal giorno dopo si parla solo di mercato, di chi esce di chi entra. Ogni tanto bisognerebbe anche godersi questo momento, c'è dietro un grande lavoro di squadra, di gruppo".


MERCATO - "I nomi accostati all'Inter? Prima mi arrabbiavo perché trovavo anche cose non serie, anche nei confronti dei calciatori che sono qui, vale per l'Inter e tutte le squadre. Tutti i nomi essere messi in discussione, non fa piacere. È un discorso di tutela. Ora sorrido, so già che ci sarà qualcosa, sono curioso di sapere cosa ci sarà ecco. Mercato finito? È stata una risposta di petto ma con dietro una logica: se pensiamo alla squadra a maggio con le scadenze e poi ciò che è avvenuto sapevamo che sarebbe stato lungo, sono stati 12 i calciatori spostati poi. Noi a febbraio/marzo facciamo un programma con gli scout e considerando tutto, i giocatori da cambiare sono veramente pochi. Se iniziasse la stagione tra una settimana, la rosa sarebbe già forte e competitiva".

ROSA PIÙ AMPIA? - "Va analizzata in modo profondo questa cosa. Uno dei segreti è stato quello di avere una rosa giusta, con due giocatori per ruolo e tre portieri. Tutti più o meno devono essere coinvolti durante la stagione e si dà all'allenatore la possibilità di lavorare serenamente. 27 o 28 giocatori, in partita vanno 11 e i cambi, ma in settimana? Averne 4 o 5 a lavorare da soli può andare bene coi ragazzini, ma non è una cosa positiva quando si lavora in allenamento con 10 da una parte e 10 dall'altra. Preferisco avere un numero giusto e poi attingere ai giovani della Primavera".

5 PUNTE - "Non so se cinque o se restano quattro, entreremo nel merito della situazione con Inzaghi a fine stagione. Abbiamo lavorato con 4 e molto bene, non vedo perché si debba cambiare. Se poi si può allargare a un quinto magari giovane, si può valutare. Ma poi c'è da considerare anche che abbiamo giocatori che possono fare le punte, come Mkhitaryan che nasce seconda punta. Ha un'intelligenza sopra la media lui, ne ho visti pochi in carriera. Può anche fare l'attaccante lui all'occorrenza. Non è da escludere che in futuro poi per dire possa pensare a cose diverse, qualora non ci fossero gli attaccanti".

GUDMUNDSSON - "L'unica cosa che dico è che Gudmundsson ha qualità, piace all'Inter, piace al Genoa che lo ha, piace a tante squadre. In quel reparto al momento siamo a posto così. Arnautovic è sotto contratto, facciamo delle valutazioni anche su Sanchez, non è detto che non ci siano possibilità anche per lui. Satriano sta facendo benissimo e non mancano le chiamate per lui, ci sono i due fratelli Esposito, c'è Oristanio, c'è Carboni a Monza. Con calma, valuteremo tutti".

CARBONI V. - "Lui quinto in rosa? Può tranquillamente restare per le sue qualità, ma va valutato in modo serio, per la sua età, se è più giusto portarlo qui e magari dargli poco spazio per la sua qualità o continuare un percorso fuori e farlo crescere. È molto considerato sul mercato, ha fatto bene a Monza e con l'Argentina. Sono tutti ragazzi di cui siamo felici, ci teniamo alla loro crescita".

VENDERE - "Vendere bene nel calcio moderno è diventato molto difficile. Il mercato è diventato importante per i grandi nomi  o per i giovani, nel mezzo dove ci sono i giocatori che devono ancora affermarsi si fa più fatica, i prezzi che girano sono davvero assurdi".

MERCATO COSTO ZERO - "Sarà come quelli di questi ultimi anni. Non siamo particolarmente spaventati, sappiamo a cosa andremo in conto, forse è anche diverso per certi versi dall'anno scorso. Aver già chiuso il mercato non è una provocazione: se iniziassimo la stagione tra una settimana, saremmo pronti noi. A oggi non ci è stata comunicata la necessità di vendere, si vive di opportunità. Per Onana e Brozovic sono arrivate situazioni molto favorevoli ecco".

TELEFONATA LUKAKU - "Non vorrei tornarci su. Una cosa veloce, la chiamata c'è stata, ce n'erano state anche altre e segnali diversi dal ragazzo, ma anche molte fantasie. Quando ho capito cosa stava succedendo è finita lì in modo civile, molto più di quanto si è scritto. Ognuno ha preso la sua strada ecco. L'unica cosa che ha modificato le strategie è stata la scelta su Dzeko, in merito a Lukaku dico. Avevamo deciso che non era il caso di proseguire con entrambi, poteva andare bene un anno. Se non avessimo avuto quella situazione di Lukaku, probabilmente avremmo rinnovato Dzeko e Thuram sarebbe arrivato lo stesso".

THURAM - "Su Thuram eravamo convinti, non ci ha sorpreso quanto ha fatto sul campo, c'è un lavoro di scout sempre importante. Pensavamo la situazione ideale fosse quella di attaccante e non esterno, quando lo abbiamo preso lo abbiamo messo nelle condizioni di crescere subito. L'abbiamo preso per essere un titolare, ma nei tempi doveva dimostrare le sue qualità ecco. Ma i tempi non si potevano conoscere, le qualità sì, seppur inespresse prima".

ARNAUTOVIC - "Penso sia stato condizionato solo dai problemi fisici per la sua struttura fisica. Al di là di tante cose che sento e leggo, noi siamo contenti di Arnautovic. Ha dato il suo contributo importante, non solo sul campo perché ha avuto poco spazio anche per le sue aspettative, come Sanchez. La verità è che hanno trovato davanti due giocatori formidabili come Lautaro e Thuram. Ho parlato tante volte con Marko e ne è consapevole, è il primo a dirlo, davanti ci sono due campioni che hanno fatto una stagione incredibile. Sicuramente può fare di più, ma siamo stra soddisfatti. Anche in spogliatoio ha fatto un grandissimo lavoro, noi dirigenti e l'allenatore lo vediamo".

RINNOVO LAUTARO - "Una situazione normale che si ha in tutte le società quando si parla del rinnovo di un calciatore importantissimo. A livello economico sposta, serve tempo. La volontà del club è tenere Lautaro per tanti anni, è il nostro capitano e vuole restare, lo ha detto lui e anche l'agente. In queste dinamiche poi si deve trovare un equilibrio economico, che stiamo ancora cercando. Scade nel 2026, non c'è nessuna fretta, i piani dell'Inter non cambiano e lui vuole continuare a restare qui".

RINNOVO BARELLA - "Anche lì, le dinamiche sono le stesse. C'è continuità di rapporti, conosco l'agente da 30 anni davvero. Una cosa ben avviata, nei tempi immagino forse possa arrivare prima di Lautaro ecco. Ma non cambierà il finale di entrambe le situazioni".

RINNOVO INZAGHI - "Una formalità, ci troveremo attorno a un tavolo e risolveremo in cinque minuti".

PARAMETRI ZERO - "Zielinski e Taremi sono del famoso elenco di febbraio. Negli ultimi anni si sono colte opportunità importanti. A Istanbul sette giocatori non erano costati nulla, commissioni a parte. Ma le commissioni ci sono sempre, non solo sui giocatori a zero".

CALHANOGLU E MKHITARYAN - "Come li ho convinti? Con quest'ultimo ho lavorato di più, stava bene a Roma lui, probabilmente - ma è un mio pensiero - ci siamo infilati in un momento di difficoltà ecco, lui stava pensando anche di rinnovare. Ha grandi valori e principi lui, siamo arrivati nel momento giusto. È talmente serio che non era così felice di lasciare a Roma. Su Calha c'è stata purtroppo una situazione spiacevole, il dramma di Eriksen, quando succede quello che succede lì c'era angoscia, la preoccupazione per l'uomo. Siamo stati bravi nel capire le opportunità di mercato, come Calha che ancora non aveva rinnovato col Milan. Lo abbiamo convinto con una telefonata, non si è discusso molto. Ha parlato con noi e col mister, è stata più facile, ci abbiamo messo pochissimo tempo".

DIMARCO - "Non mi aspettavo potesse diventare così forte. Abbiamo avuto un grande merito: non averlo mai mollato. Dopo 5 anni di prestito con annate diverse, poi alla fine è diventato quello che è diventato. Non pensavo. Il merito nostro è stato tenerlo e prestarlo, chi è stato veramente illuminato è stato Simone Inzaghi. Noi lo abbiamo convinto da terzo all'inizio, poi lo ha messo da quinto. Dopo tre allenamenti mi ha detto: "Questo va benissimo". Qualcuno diceva che non era da Inter. Anzi ci sono 2 titolari dell'Inter per cui qualche allenatore ci ha detto che non erano da Inter, neanche da farli entrare in spogliatoio. Non farò mai i nomi neanche sotto tortura".

LEAO - "Vicino all'Inter? Sì, davvero. Molto vicino. Tra noi e il club, il Lille, c'eravamo visti e c'era un accordo anche abbastanza rapido sulle condizioni, poi non siamo andati avanti".

BISSECK - "C'era lo spazio e la possibilità, avevamo solo cinque difensori. Ci mancava un rinforzo lì, sapendo che comunque poi avremmo insistito per chiudere Pavard".

ALTRO DIFENSORE - "Nell'immediato no, non sono previste uscite nel reparto. Nessuno dei nostri difensori ci ha chiesto di andare via, per quanto ci riguarda siamo a posto così. Se i vecchi sono come Darmian, Acerbi e Mkhitaryan, io me li tengo tutta la vita. Sono ancora integri e hanno tanto da dare".

BUONGIORNO - "Idea Buongiorno? Assolutamente no. Mi piace Buongiorno e anche tanto, anche Bremer mi piaceva, ma non si possono prendere tutti".

DJALÓ - "Lo volevo davvero, piaceva, avevo pensato a lui per giugno, non c'era l'idea di inserirlo a gennaio ecco. Perché non gioca alla Juve? Dovete chiederlo a loro. Lui si sentiva per essere subito pronto e ha deciso di andare alla Juve".

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