BOATENG - “Io sono qui anche per merito di Melissa, potrei dire anche soprattutto, visto che a Firenze e nella Fiorentina mi sto trovando benissimo. Ha avuto una voce importante in capitolo. È innamorata della città, la conosce bene, ha fatto il tifo per questa soluzione. Tutto ok tra di noi? Non date retta a tutto quello che scrivono. Di sicuro verrà allo stadio, mi fa bene sapere che lei viene a vedermi. E credo farà bene a tutto lo stadio”.
BARCELLONA - “Quando giochi nel Sassuolo e ti cerca il Barcellona non puoi non restare stupito. Nello stesso tempo provai orgoglio e soddisfazione, era un riconoscimento per il mio lavoro. Ho cercato di imparare da tutti quei campioni. Gente fortissima e Messi un marziano. Non ti rendi conto di quando siano superiori fino a quando non ti alleni con loro. Io poi ho avuto poco spazio, ma questo lo sapevo fin dall’inizio”.
IN VIOLA - “Ho 32 anni e mi sento bene. Giocare come falso nueve mi piace, mi sono specializzato dopo anni in cui ero considerato un jolly. Prima era un vantaggio, ogni volta cambiavo ruolo e gli altri non sapevano come prendermi. Poi però ho pagato le conseguenze di questa situazione. Perché? Nessuno sa che dopo il Milan ho avuto l’opportunità di andare al Manchester United, ma Ferguson poi si chiede: in che ruolo lo faccio giocare questo? Sapevo fare troppe cose, ma per lui nessuna in modo preciso. Il trasferimento sfumò, io poi mi sono dedicato a un tipo di lavoro specifico. Un sacco di pedate a fare le sponde da punta? Eh lo so, ma ho il talento di prevederle. È come se in un certo senso avessi gli specchietti retrovisori e l’esperienza mi aiuta”.
RONALDINHO - “La cosa più divertente successa in campo? Una volta al Milan feci un no look a Ronaldinho, dico, proprio a lui che è il mago dei no-look. Rischiai parecchio. Aperta parentesi: anche ora, a quarant’anni, se Ronaldinho avesse voglia potrebbe determinare le partite”.
DIFETTI - “Quello principale: sono impaziente, se voglio una cosa non posso aspettare. Davvero, proprio mi ci fisso”.
PREGI - “Sono vero, diretto. E anche orgoglioso e perfezionista. Oddio, se ci penso però anche l’ultimo pregio che ho detto nel mio caso può diventare un difetto. Mi piace l’ordine, ma detto così non si capisce. Entro in un hotel e bisogna che in camera tutto sia a posto, altrimenti mi metto io a rassettare. Ma il bagno, ecco, quello deve essere uno specchio: così succede che mi metto sempre a pulire. Dico io: si è mai visto che entra in una camera di albergo e per prima cosa si mette a pulire il bagno?”.
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IN CAMPO - “Se parliamo del campo, credo di avere carattere. Mi spiego meglio che mi fischino, non ho paura, non mi tremano le gambe, anzi, mi prendo le mie responsabilità, mi piace sentirmele addosso. E reagisco. Non voglio essere ignorato. Una volta a San Siro mi hanno fischiato in 80mila, io sapevo perché, e mi sono rialzato da quella situazione. Mi piace lottare, non voglio perdere mai”.
SPOGLIATOIO - “Ho trovato giocatori consapevoli di dover fare meglio. E io so già che faremo molto, molto, molto ma molto meglio”.
CALENDARIO - “Inizio di campionato difficile con Napoli, Genoa, Juve, Atlanta, Samp e Milan? Per fortuna che giochiamo subito contro le più forti. Stadio pieno, giocatori svegli, adrenalina a mille. E se magari battiamo il Napoli? Chi lo sa, ho imparato che nel calcio può succedere. E noi ci sentiamo pronti, anche se è chiaro che dovremo vivere alla giornata”.
MERCATO - “Mi rivoleva anche l’Eintracht ma credo che il livello del campionato italiano quest’anno sia superiore rispetto alla Bundesliga”.
FUORI DAL CAMPO - “Sono un tipo noioso. Bugia? Davvero, non saprei… Beh, mi piace cantare e suonare”.
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