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Baroni: “Baschirotto esploso, lo merita. Vi racconto Umtiti, ora il mio futuro”

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Marco Baroni racconta il suo Lecce dopo la salvezza di Monza. Ecco le parole dell’allenatore alla Gazzetta dello Sport di oggi: “Benevento e Lecce? Due esperienze bellissime. A Benevento mi chiamarono in B e segnai un premio salvezza. Andammo...
Alessandro Cosattini

Marco Baroni racconta il suo Lecce dopo la salvezza di Monza. Ecco le parole dell’allenatore alla Gazzetta dello Sport di oggi: “Benevento e Lecce? Due esperienze bellissime. A Benevento mi chiamarono in B e segnai un premio salvezza. Andammo in A. Con un bel mercato fatto a gennaio da un grande presidente. Poi andò male perché la squadra era davvero debole. A Lecce c’è una società che ha più anni di esperienza in A, una bella società e un uomo come Pantaleo Corvino”.

SCELTA - “Penso sia rimasto colpito dalla gara che facemmo con la Reggina contro il Lecce in B. Una gran partita che finì 2-2. In passato ebbi un altro contatto per guidare la Primavera della Fiorentina, ma poi andai in quella della Juve. Quando l’ho incontrato per il Lecce eravamo da lui a Vernole. Ci siamo piaciuti subito. La sua fame era la mia, come ho detto domenica. Avevo quel sogno di fare bene come feci da calciatore del Lecce. In lui ho visto la voglia di realizzare qualcosa per il territorio. Un richiamo forte. Nella quotidianità è molto attento, presente agli allenamenti, con una capacità di analisi importante. Dice sempre che sono i particolari che fanno la differenza. Vero. Insomma, la garanzia era lui. Ci siamo lanciati insieme in questa sfida e l’abbiamo vinta. Anche nei momenti difficili gli dicevo di star tranquillo: “Ti ho promesso che ci salviamo, lo faremo””.


SENZA HJULMAND - “Non ho mai voluto dare alla squadra la sensazione di essere preoccupato”.

DATI - “Super difesa? Le do dei dati. Siamo l’unica squadra nei top 5 campionati europei che non ha mai subito più di due gol. Aggiungo: siamo la squadra che in base al possesso concesso subisce meno tiri nello specchio della porta. Teniamo una difesa alta, aggressiva che con concede mai giocate facili e fa entrare poco gli avversari in area. Il recupero è sempre alto, proprio da un recupero alto abbiamo portato Colombo al calcio d’angolo che a Monza ci ha dato la salvezza. Sono contento della nostra difesa”.

BASCHIROTTO - "Non posso aggiungere altro, se non che sono molto felice. Con lo staff lo abbiamo fatto giocare da centrale in emergenza con l’Inter, è esploso. Lo merita”.

UMTITI - “Credo di aver cercato subito nell’abbraccio tutti quelli che hanno giocato meno. Ma a Umtiti abbiamo dato la possibilità di tornare a vivere e a giocare e lui ci ha dato, prima di tutto umiltà, poi una gran mano. Ho creato un buon dialogo con lui”.

ALTRI NUMERI - “Dove nasce la salvezza? Nell’aspetto prestativo. Negli ultimi dieci anni, tra le ultime dieci squadre della classifica, quindi parliamo di 100 club, il Lecce è secondo per minori reti subite. E sono orgoglioso di un qualche altro dato: prima del via del campionato la nostra squadra aveva 450 minuti di A. Quelle che stanno sotto di noi andavano dai 1923 della Samp ai 753 della Cremonese. Il Lecce è la squadra più giovane della A, la quinta su 98 nei top 5 campionati europei”.

RINNOVO - “Col Lecce ho fatto finora contratti di un anno. Ora penso al Bologna, ma col rapporto che abbiamo col presidente Sticchi Damiani e con Corvino non la devo considerare una priorità. Dopo il Bologna parleremo”.