INTER - "Il mancato trasferimento all’Inter è stata la cosa migliore per me? Certamente sì. Ma io questo l’ho sempre detto: da quel giorno sono migliorato mentalmente, come persona e come gestione delle emozioni".
PAURA - "Se ho avuto paura di non riuscire a tornare? Sì, quando non vedevo arrivare i risultati: lavoravo, stavo a Trigoria dalle 9 alle 16, ma ero come un morto, non vedevo crescere il muscolo. È stata la sensazione peggiore, il momento più duro. tanti progressi. E poi avevo la testa che volava dopo l’Europeo e l’abitudine al recupero, avendo già fatto un crociato. Il fatto è che i primi tre mesi sono in discesa, dopo invece ti rendi conto che non è così. Lì ho fatto un passo indietro, il muscolo non poteva reggere quel carico di lavoro".
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