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SASSUOLO – Quando torna Berardi? Lo rivela… Duncan! Ora c’è una speranza

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Ormai tutti si chiedono quando torna Berardi. È la domanda dell’anno. Un indizio arriva addirittura da Duncan in una storia raccontata sulla pagina Facebook Calciatori Brutti. C’è da fidarsi? Ormai il fantallenator che ha Berardi si...
Guglielmo Cannavale

Ormai tutti si chiedono quando torna Berardi. È la domanda dell'anno. Un indizio arriva addirittura da Duncan in una storia raccontata sulla pagina Facebook Calciatori Brutti. C'è da fidarsi? Ormai il fantallenator che ha Berardi si affida a tutto. Sperando che torni davvero prima di Natale!

Era un giorno qualunque della settimana scorsa. Qui a Bologna pioveva e alle 15 del pomeriggio sembrava notte inoltrata.

Dalla porta del poliambulatorio dove lavoro entrò un viso conosciuto ma incerto: in poco tempo la sua presenza mi fece venire fitte allo stomaco, dolore al cuore e qualche lieve giramento di testa.


Bastarono pochi minuti per capire chi fosse: Alfred Duncan.

Sentivo tremare le gambe, mi dovevo sedere.

Cominciai a sudare freddo, respiravo affannosamente, il braccio sinistro mi doleva... pensavo che stesse per finire tutto. 

Scrissi alla mia fidanzata un messaggio di fretta: "Ti amo e ti amerò per sempre. Non credo di farcela".

Nonostante la vista offuscata e i pochi sensi rimasti attivi, sentivo acqua sulla mia fronte, una goccia stava scendendo giù per l'orecchio infilandosi nel maglione: "Tranquillo, ti ho messo una pezza bagnata in fronte" mi disse la collega. 

Cercavo di alzarmi, ma venivo subito messo a sedere: "Hai la pressione alta, non alzarti così di scatto".

Lasciai passare qualche minuto e mi rendevo sempre più conto che Duncan fosse la cosa più vicina a LUI che potesse capitarmi.

La regola del nostro centro prevede che non vengano importunati i giocatori famosi che passano, ma io non potevo rimanere seduto senza far nulla.

Bevuto un sorso d'acqua con dello zucchero, cercai di riprendermi.

Mi asciugai la fronte, chiesi di essere lasciato solo qualche minuto per recuperare i sensi e non fare brutte figure.

Mi alzai, nonostante il forte giramento di testa, e mi avviai verso Alfred.

Dopo pochi passi mi ritrovai dinnanzi a lui, questo armadio a 4 ante dove all'interno avrei potuto trovare qualsiasi cosa: da Narnia al Terzo segreto di Fatima.

Ma non era quello che cercavo.

Gli appoggiai una mano sulla spalla senza neanche dargli il benvenuto, si girò con lo sguardo duro e un sibilo uscì dalla mia bocca:

"Che fine ha fatto?" gli chiesi.

Occhi attoniti da parte dei colleghi, sangue freddo nelle mie vene.

"Chi?" rispose lui.

"Domenico, Alfred, Domenico Berardi."

Il suo sguardo si ammorbidì, dal quel viso burbero si aprì un sorriso dolce e quasi famigliare.

"Quanto lo hai pagato?" 

"Tanto, Alfred, troppo. Sono ultimo: Pucciarelli non segna neanche a porta vuota, Paloschi è stato messo fuori rosa anche a PES, Ocampos ne ha messi due ma non sono bastati e Pinilla..... beh Pinilla..." mi interruppe:

"Ti capisco, non cederlo, presto tornerà, probabilmente prima di Natale.".

Un brivido percorse la mia schiena: finalmente il Natale poteva tornare ad avere un senso. 

Tutto d'un tratto le lucine per le strade, quelle degli alberi e delle case diventarono nero/verdi, il sorriso tornò sul mio volto.

ERO FELICE.

In tutto questo ripresi possesso del mio cellulare, trovai 19 chiamate della mia fidanzata. La richiamai in lacrime:

"Amore, scusami, spero non ti sia preoccupata. Sto piangendo? Si.

Berardi probabilmente tornerà prima di Natale."

Mise giù il telefono senza neanche salutarmi, se non ricordo male la sua risposta lontana dalla cornetta fu: MA VAFFAN... tu tu tu tu tu tu tu.

Io ci credo.

Un Berardi sotto l'albero.

Tratto da una storia vera di Lorenzo.

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