ORECCHINO CON L’INTER - “Per la fretta sbagliai il lato da cui avrei dovuto premere per toglierlo. E poi non veniva più fuori. Una fatalità incredibile. Nello spogliatoio lo sfilai in mezzo secondo. Eppure ricevetti tanti insulti. Probabilmente pago il mio carattere: la gente pensa che non rido mai, che sono freddo. Ma io sono solo fatto così. Se non ci conosciamo, ti rispetto ma sono chiuso. Se entriamo in sintonia, puoi apprezzare un altro Mbala. Non mi piacciono le polemiche, preferisco piuttosto prendermi colpe non mie. Forse sono troppo buono, così mi dicono i miei amici. Non trovavo una chiave per reagire. Il morale era basso. Mi capitava anche di pensare che se ce l’avevano tutti con me magari un motivo valido c’era. Ero triste perché in campo non mi riconoscevo: era come se fosse tutto scritto, che qualsiasi cosa facessi non serviva”.
SVOLTA - “In estate: ho avuto tanti momenti per pensare, per conoscermi ancora meglio. Lo Spezia mi ha fatto capire che puntava su di me, il mister Gotti mi ha dato fiducia e a me basta davvero poco. Sono dimagrito, sono arrivato in ritiro già in forma, non come era accaduto alcune volte in passato. Volevo far vedere che ero pronto. Non sono rimasto per dimostrare qualcosa a chi mi critica, ma per me e per lo Spezia. E in campo credo che si veda, non solo per i gol. E’ sufficiente la fiducia. Se mi lasci un po’ di libertà ti faccio vedere chi sono. Non ho bisogno di parlare tanto con l’allenatore, basta anche una volta all’anno: l’importante è sentirmi coinvolto e prezioso”.
SOGNO - “Un anno da Mbala. La salvezza dello Spezia. E il titolo di capocannoniere. Non rida, ce la posso fare. E se non lo conquisterò, potrò comunque arrivare tra i primi quattro o cinque. Gliel’ho detto, sono tornato”.
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