news

Turnover di fine campionato: serve veramente?

Turnover di fine campionato: serve veramente? - immagine 1
La fine del campionato si avvicina e, mai come in questo momento, nuove energie e motivazioni potrebbero fare la differenza tra un risultato eccellente e un esito disastroso. In questo ambito una delle variabili è il turnover.
Redazione

La fine del campionato si avvicina e, mai come in questo momento, nuove energie e motivazioni potrebbero fare la differenza tra un risultato eccellente e un esito disastroso. In questo ambito una delle variabili che più di altre è in grado di impattare positivamente sulla vitalità di fine anno sportivo è rappresentato dal turnover, ovvero le abitudini più o meno frequenti degli allenatori di coinvolgere maggiormente la propria rosa, schierando a inizio partita i giocatori che hanno avuto meno spazio e facendo riposare quelli – almeno apparentemente – titolari. Ma come si avvicinano le squadre di Serie A al turnover di fine campionato? E perché alcune formazioni ne ricorrono in misura più ingente, e altre in modo meno esasperato?

Le squadre di Serie A che hanno sfruttato di più il turnover

Cominciamo subito con qualche curiosità statisticatratta da TransferMarkt. Fino ad oggi le squadre che hanno sfruttato di più il turnover e coinvolto il maggior numero di  giocatori in rosa sono state la  Salernitana (36 giocatori), il Verona (34), il Frosinone (34) e l’Empoli (34). Fin da questa prima analisi salta subito agli occhi un dato: le squadre che hanno cambiato più spesso la formazione sono quelle che stanno anche lottando per la permanenza in Serie A, con la conseguenza che, forse, la rotazione maggiore dei giocatori è anche il frutto della necessità di trovare la giusta sinergia tra i nomi coinvolti, e di una scarsa capacità di trovare uno zoccolo duro su cui gestire le fasi più calde della stagione. Ad ogni modo, la regola non è ferrea. E, a dimostrazione di ciò, vi è il fatto che alle spalle di queste squadre con le quote Serie A che spesso le  vedono sfavorite, vi è il Milan, che ha impiegato dall’inizio della stagione ad oggi ben 33 giocatori.


Da cosa dipende il turnover

L’evidenza di cui sopra ci spinge dunque a domandarci da che cosa dipenda il turnover e perché alcune squadre ne fanno un più largo uso rispetto ad altre. Proviamo ad esaminare insieme i fattori predominanti.

Il ruolo dell’allenatore

Evidentemente, un primo criterio che influenza il ricorso più o meno intenso al turnover è determinato dal ruolo dell’allenatore. Alcuni tecnici preferiscono infatti utilizzare un numero ristretto di giocatori, mentre altri prediligono la possibilità di adottare un maggiore turn-over. Non è dunque un caso che i club che fanno meno turnover in questa Serie A siano l’Inter di Inzaghi (26 giocatori coinvolti) e soprattutto la Lazio che fu di Sarri, con soli 22 giocatori impiegati. Peraltro, a influenzare il dato è anche qualche particolare abitudine dell’allenatore ancora più specifica. È ben noto, ad esempio, che Inzaghi tende a sostituire i suoi giocatori non appena vengono ammoniti. Questo fa sì che il numero di diffidati Serie A dell’Inter sia sempre particolarmente basso e che dunque la necessità di sostituire i giocatori perché indisponibili per squalifica sia molto basso.

L’ampiezza della rosa

Un secondo criterio che tende a influenzare il turnover, ma meno importante rispetto al primo, è l’ampiezza della rosa: le squadre con rose più ampie hanno generalmente la possibilità di effettuare più cambi tra una partita e l’altra. Non si tratta però del criterio principale, né di quello più riscontrabile. Come abbiamo già visto, infatti, ci sono squadre che pur avendo una rosa piuttosto ampia e strutturata ricorrono con parsimonia al turnover…

Il calendario degli impegni

Tra i fattori che possono influenzare il turnover pesa invece sicuramente di più il calendario degli eventi stagionali. Se un team ha un calendario di appuntamenti ravvicinato, o un’integrazione tra le partite delle competizioni nazionali con le coppe europee, allora è più probabile che l’allenatore possa effettuare delle rotazioni per evitare di sovraccaricare i giocatori. Si può così giustificare il ricorso ai 33 giocatori impiegati dal Milan in stagione o i 29 di Napoli e Roma, o ancora i 28 di Fiorentina, Atalanta. Fa la consueta eccezione l’Inter, con i suoi 26 giocatori impiegati, e la Lazio con 22.

E il resto d’Europa che fa?

Fin qui, alcuni dati italiani da cui abbiamo capito che le squadre di bassa classifica fanno tendenzialmente più ricorso al turnover rispetto a quelle di alta classifica e che molto dipende dalle tendenze dell’allenatore. Ma il resto d’Europa come si comporta? In realtà, non ci sono tendenze comuni. Secondo gli ultimi dati del CIES, l’osservatorio europeo dell’Uefa che analizza ciò che accade nei principali campionati europei, negli ultimi 20 anni sono l’Italia e la Spagna ad avere la percentuale più alta di titolari utilizzati per minutaggio (il 70% dei minuti giocati vede protagonisti proprio i titolari).

È però l’Italia ad essere il campionato che ricorre maggiormente al turnover, con un utilizzo di giocatori medio per stagione che è di circa 29 unità, contro le 27 della Spagna. Il dato è cresciuto nel corso degli anni, confermando però una tendenza di cui sopra abbiamo già delineato alcuni spunti: a utilizzare maggiormente il turnover sono le squadre che poi retrocedono. 

Buona parte di tale conclusione potrebbe verificarsi anche in questa stagione, considerato che a usufruire di più del turnover è stata la Salernitana, oramai condannata alla serie cadetta. Le altre tre maggiori fruitrici del turnover si stanno invece giocando le residue possibilità di salvezza, a vario titolo e con diverse chance: Verona, Frosinone e Empoli. In tal senso, potrebbero dormire sonni statisticamente tranquilli Lecce e Cagliari, che hanno impiegato “solo” 26 e 28 giocatori. 

Di contro, se guardiamo alle squadre che cambiano meno, è facile notare come esse si rivelino molto spesso vincenti. Tra i club che storicamente negli ultimi anni hanno fatto meno ricorso al turnover, per poi vincere il loro campionato, sono state ad esempio il Chelsea di Conte e il Borussia Dortmund di Klopp, o ancora il Leicester di Ranieri e il Lille di Garcia. Insomma, fare pochi cambi sembra essere la ricetta per ottenere ottimi risultati…

Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo del fantacalcio senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Sosfanta per scoprire tutte le news di giornata.