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Presidente Verona: “Ngonge, troppi soldi per non cederlo! Il futuro di Baroni e Sogliano…”

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Il presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti rompe il silenzio e parla così in conferenza, come ripreso da Tmw.
Guglielmo Cannavale

Il presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti rompe il silenzio e parla così in conferenza, come ripreso da Tmw.

SALVEZZA - "L'intento è di avere sempre una salvezza più tranquilla, da 13 anni cerco di avere due cose equilibrate, la salvezza e i conti con una logica. Di errori se ne fanno, tutti li fanno, nella mia figura si è sempre cercato di fare il calcio che possiamo fare, un calcio che porta normalmente alla salvezza, un risultato che la piazza merita, ma al contempo c'è il rischio di retrocedere, ogni anno è sempre più difficile, ci sono proprietà straniere che arrivano con investimenti importanti. Poi ci sono proprietà che fanno investimenti importanti ma non vanno a buon fine, penso al Sassuolo".

SOGLIANO E BARONI - "Nella mia esperienza ho capito che i contratti ci sono ma valgono poco. Non abbiamo ancora parlato, vogliamo finire bene questo campionato poi inizieremo a fare le valutazioni di quello che ci aspetterà, insieme e in grande serenità".


RIVOLUZIONE - "Normalmente il Verona fa cessioni, nel mercato estivo non è successo perchè le offerte sono arrivate troppo tardi, il punto fondamentale è che la rivoluzione di gennaio viene fatta con quattro giocatori titolari, quattro che erano riserve, e tanti non hanno mai giocato ed erano fuori rosa. Senza rivoluzione non ci si sarebbe salvati, questo l'abbiamo deciso insieme a mister e d.s.”.

NGONGE - “Tanti giocatori non volevamo più restare qua, l'unico era Ngonge che però ha avuto una valutazione troppo elevata per non cederlo, gli altri speravano in contratti migliori o situazioni diverse. Questo club vive di plusvalenze quindi non avendole fatte prima avrei dovuto farle dopo".

BARONI - "Credo che non sia stato mai in bilico, ci siamo sempre confrontati, mi ricordo che mi disse a Genova che voleva cambiare modulo, io gli ho detto di fare quello che si sentiva, a me alla fine cambiava poco. La frenesia di cambiare allenatore io non l'ho mai avuto. Con Baroni ho avuto un rapporto cordiale e sincero, non sono uno che chiama tutti i giorni, bastava un confronto o due a settimana. Lui è leale e ha il modo giusto di fare calcio".