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Ibra: “La scelta su Leao, Theo e Maignan! Zirkzee è forte, perché no Conte, Camarda…”

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Ora parla lui, Zlatan Ibrahimovic. Arriva dallo svedese il punto sul mercato del Milan e non solo, Ibra ci mette la faccia in conferenza stampa.
Guglielmo Cannavale

Ora parla lui, Zlatan Ibrahimovic. Arriva dallo svedese il punto sul mercato del Milan e non solo, Ibra ci mette la faccia in conferenza stampa.

ALLENATORE - "Prima di iniziare, voglio dire grazie a Stefano Pioli per quello che ha fatto per il Milan da parte della proprietà, della società e da me personalmente, lo avuto come allenatore: rimane nella storia del Milan, merita tutti i complimenti che ha avuto. Il nuovo allenatore del Milan sarà Paulo Fonseca. Abbiamo studiato bene, abbiamo messo dei criteri su cosa cerchiamo e cosa vogliamo: con tanti pensieri abbiamo scelto Fonseca per portare la sua identità di quei giocatori che abbiamo, per come vogliamo che gioca la squadra con un gioco dominante e offensivo. Volevamo portare qualcosa di nuovo ai giocatori: abbiamo studiato come allena, come gioca, come prepara le partite. Portare qualcosa di nuovo anche a San Siro, dopo cinque anni. Con questi giocatori che abbiamo è quello che si sposa il più possibile. Fonseca è l'uomo giusto, siamo molto fiduciosi e ci crediamo tanto. Per noi Fonseca è un top, altrimenti non sarebbe stato da Milan. Ai tifosi dico che arriva qualcosa di nuovo, un calcio diverso da prima, un calcio dominante, offensivo ma con equilibrio: sarà una nuova energia, sarà un nuovo volto in panchina".


ZIRKZEE - "Se parliamo di squadra, un anno fa i miei colleghi hanno fatto un grande lavoro e un grande mercato in poco tempo. Oggi ci sono le basi della squadra. Questo mercato sarà più sui dettagli, cosa manca per migliorare la squadra. Uno di questi è il numero 9 dopo il grande lavoro di Olivier. C'è Jovic ma c'è spazio per un altro. Zirkzee è un giocatore forte, non è un segreto, ha potenzialità e ha fatto una grande stagione. Poi tra le voci che girano e la realtà ci sono due grandi differenze. Non mi piace paragonare i giocatori: gioca molto bene, arriva dalla scuola olandese dove sono cresciuto io. Poi se è un altro Ibra o no non voglio dirlo".

BIG - “Maignan, Theo e Leao restano, sono tra i più forti nel loro ruolo: hanno un contratto, sono felici e restano. Non abbiamo bisogno di vendere per comprare. Abbiamo possibilità di portare giocatori forti e migliorare. Rinnovi per Theo e Maignan? Tutto è possibile con loro: le loro richieste sono cose interne. Parliamo e valutiamo: tutto è possibile. Da quando è entrato RedBird c’è la possibilità di fare queste cose: possiamo farle senza andare in difficoltà economicamente, non vogliamo andare in negativo. Se uno viene a dirmi che non vuole restare, è un problema: chi non ha ambizione di stare qua per vincere e fare la storia, non deve starci. Ma loro due sono contenti, hanno già fatto la storia e devono continuare a farla”.

MERCATO - "L'attaccante non è un segreto che lo stiamo cercando. Il mercato è tutti i giorni. Abbiamo un sistema di scouting che porta report da tutto il mondo, ogni giorno, di giocatori. Poi ci sono mille chiamate tutti i giorni in cui offrono giocatori. Poi ci sono situazioni in cui le persone chiamano i giornalisti per spingere i loro clienti e creare una trattativa o chiuderla. Da questo, per concludere un giocatore è un processo: se va bene, se il profilo è giusto, che per noi è importante, si prende un giocatore che va bene per la squadra".

MILAN - "Posso iniziare dicendo che dopo sei mesi mi sono arrivati già i capelli grigi. Dopo il mio ritiro, dopo 20/25 anni in campo hai una libertà diversa nella vita di fare le cose. Ho due figli per cui sono stato fuori per tanto tempo perchè con il calcio c'è anche questo scarifico, che non è negativo. Poi mi è arrivata la chiamata di Furlani, il nostro uomo al Milan, che mi ha detto di venire a Milanello per fare un saluto e non sapevo niente in quel momento. Era tutto in amicizia. Da lì siamo andati avanti, ho avuto il primo incontro con Cardinale. Abbiamo parlato solo io e lui, un meeting di qualche ora in cui lui ha chiesto cosa volessi afre nella mia vita e mi ha proposto di tornare nel Milan però via partner di RedBird. Gli ho spiegato che se dovevo entrare nel Milan doveva essere un progetto vincente perchè con la mia mentalità io non accetto la sconfitta. Devo vincere, voglio vincere e vincerò. Gerry ha risposto "Benvenuto!". Siamo sulla stessa pagina, le stesse ambizioni. E da lì siamo partiti, dopo sei mesi ho già i capelli grigi".

CONTE - "Non ne abbiamo discusso perché il criterio che abbiamo tenuto, con tutto il rispetto a lui, non era quello che cercavamo. Per quello che cercavamo e per i nostri criteri, il nome di Conte non è uscito. Dipende che materiale hai e che materiale puoi dare. Il miglior match per la nostra squadra era Paulo Fonseca. Non dico che porti un allenatore e cambi undici giocatori, ma in questo caso era importante per noi prendere un allenatore che va bene per la squadra che abbiamo e migliorare il collettivo e individualmente".

ATTACCANTE - "Bianco o nero, non c'è grigio. Non facciamo beneficenza. C'è una lista di attaccanti che studiamo e cerchiamo. Un club come il Milan non punta uno: ci sono opzioni e poi si deve capire cosa è meglio per il club, squadra, Fonseca. Poi voglio vederlo faccia a faccia l'attaccante: a San Siro ci sono 80mila che ti fischia o no. Ci sono tanti fattori che entrano in gioco".

OBIETTIVI - "Con Cardinale parliamo la stessa lingua, le stesse ambizioni. Non entravo qua se non vedevo questa ambizione e un progetto vincente. Alla squadra serve sempre rosa che fa concorrenza. Quando abbiamo vinto l'ultimo scudetto non eravamo neanche top 4 in campionato, se sei favorito non significa che vincerai. La mia mentalità non è essere in top 4. Ovvio che l'obiettivo è vincere, ogni cosa che facciamo è per puntare a vincere trofei, creare una squadra competitiva. Quello che stiamo facendo è per arrivare agli obiettivi prefissati ma sempre con il modo e la strategia che abbiamo pensato. Vogliamo fare le cose con intelligenza, non siamo qua per far vedere i muscoli e che possiamo spendere più di tutti: la realtà non è così. Ai tifosi dico che il futuro è luminoso: finché sarò qui, farò tutto per vincere".

MERCATO - "Tutto quello che va in positivo si reinveste in prima squadra, perché vogliamo migliorarla il più possibile. Il cuore di tutto quello che entra è destinato alla prima squadra. L'obiettivo principale è la prima squadra. Lavoriamo in collaborazione. Alla fine prendo io le decisioni e loro mi seguono".

LOPETEGUI - "Sui giornali ogni giorno c'era un allenatore diverso: Ibra voleva uno, Moncada un altro, Furlani un altro, Cardinale un quarto, i tifosi un quinto... C'è una voce che gira e una realtà. Abbiamo discusso su alcuni nomi che abbiamo messo sul tavolo e abbiamo parlato su cosa era meglio per la squadra. E alla fine era meglio Fonseca".

CAMARDA - "Alla sua eta è più talentuoso rispetto a me: è molto importante per noi, è il futuro del Milan. Non ha tutte le responsabilità su di lui, è giovane: dobbiamo proteggerlo, farlo crescere e diventare quello che pensiamo possa diventare. Ha tanta fame e voglia di migliorare: si parla tanto di lui ma bisogna fare passo per passo per arrivare. Siamo felici, può essere un giocatore arrivato dall'accademia e che farà tutta la scala".

CARDINALE - "Parliamo la stessa lingua, è un vincente. Per lui il Milan è una questione personale, ha ambizione e c'è bisogno di creare un progetto vincente. Gli ho detto che ero l'uomo perfetto per questo progetto".

RUOLO - "Il mio ruolo è semplice, capisco che in tanti chiedono e sono curioso. Sono Operating Partner di RedBird e la mia responsabilità è il Milan, faccio collaborazione con Moncada e Furlani. Non è un one man show. Ognuno ha il suo ruolo, ha la sua responsabilità. Come la squadra lavora in campo, c'è una squadra fuori dal campo che lavora".

ESPERIENZA - "Abbiamo scelto Fonseca perché la squadra sarà ancora più giovane e lui ha l'esperienza per lavorare coi giovani: quando perdi Kjaer e Giroud, l'età scende di tanto. E' importante avere un allenatore che prende il meglio possibile dai giovani: se sei in prima squadra hai responsabilità di portare i risultati, il tempo è una scusa. La nostra squadra sarà ancora più giovane, il ruolo di Fonseca è importante".

TOP CLUB - "Due anni fa eravamo in semifinale di Champions League, sono momenti: vogliamo vere una stabilità e poter lottare coi top club europei: abbiamo una squadra competitiva, vogliamo rinforzarla e dare concorrenza ai giocatori che ci sono oggi".

ITALIANI - "Abbiamo internazionali e italiani, ci sono sulla lista che stiamo guardando. Abbiamo tanti italiani anche se purtroppo nessuno in Nazionale: Gabbia doveva esserci perché è cresciuto tanto, soprattutto quando è tornato, è un giocatore totalmente diverso".

SOGNO CHAMPIONS - "Voglio vincere il più possibile, ovvio. Quando sei al Milan hai la possibilità di vincere in ogni competizione. Da calciatore la Champions mi è mancata ma non è una rivincita perché non hon vinto da calciatore. Voglio fare la differenza e farlo in una piazza dove posso portare le mie idee e la mia visione. Tanti ex calciatori quando entrano in un nuovo capitolo pensano di sapere tutto: è il contrario. Si parte da zero. Stiamo lavorando per vincere tutti i trofei e fare la storia, ovvio che voglio vincere la Champions".

OBIETTIVI - "La squadra deve essere competitiva per gli obiettivi che abbiamo. L'obiettivo del Milan è di vincere, non solo in Italia. Anche in Europa. Negli ultimi anni il Milan è tornato al top. Il Milan non vince, il Milan fa la storia. E' questa la differenza fra noi e gli altri. Chi entra nel Milan deve avere questa ambizione e chi è dentro il Milan e non ha questo obiettivi, non avrà spazio. Nessuno ha detto che siamo soddisfatti. Siamo arrivati secondi, siamo usciti in Europa League. Dopo un campionato si valuta dove si possa migliorare, qui non c'è limite e voglia essere più forti di quello che siamo oggi. Il futuro è positivo. Non si cono obiettivi personale, tutto quello che facciamo è per il Milan. Abbiamo messo una strategia e un piano, idee che abbiamo. I piccoli dettagli fanno la differenza: più facile andare indietro che avanti. Siamo come una Formula Uno: se giri veloce c'è il rischio che vai fuori pista. Invece deve essere controllato e sempre rimanere là. Non è facile stare al top sempre. Siamo smart e facciamo cose con intelligenza".

SECONDA STELLA DELL'INTER - "Se mi fa soffrire? Soffrire non lo so, non soffro mai. Mi carico e mi dà più fame di fare meglio. Non guardo altre squadre, un perdente lo fa: il Milan guarda se stesso. Ti dico la verità non mi tocca, la parola soffrire mi sembra per un perdente non per un competitivo. Qua parli con un vincente, mi dà fame e benzina per fare di più".

POST SOCIAL - "O li prendi seriamente o no. Io mi diverto, mando messaggi: devi fare l'ispettore Clouseau per capire. Anch'io faccio giochi e arrivo a 100 milioni di persone".

COMMISSIONI - "Quando si parla di trattative, ognuno chiede e vuole dove crede che il club sia sotto pressione. Però dev'essere ok per noi: dobbiamo dire noi va bene. E' una trattativa e non è una beneficenza: deve andare bene per il club e per come lavora il club. Spendiamo in maniera intelligente".