RINNOVO - “Fai il bravo, fai il bravo. La prestazione non va sporcata con questi discorsi. Lo so che voi cominciate, conosco la città. Adesso è l’ultimo pensiero, sono contentissimo. Sto facendo il lavoro che mi piace nel posto che mi piace con giocatori che mi fanno soddisfazioni a cui non avrei scommesso. Adesso guardi il calendario e tra due giorni giochiamo contro un’altra squadra fortissima e un allenatore speciale. Tra una settimana andremo a Brighton e se pensiamo di essere passati ce la ribaltano. Se ci fossi stato io dall'inizio? Il mio collaboratore ha fatto questa battuta, ma era una frustrazione perché c’è ancora tanto da fare. Oggi abbiamo vinto bene, ma non è completata l’opera, se andiamo lì pensando di essere psicofisicamente perfetti ci ribaltano, non c’è tutta questa differenza con loro, dobbiamo andare lì, orecchie basse, non sto a pensare al passato, non sarebbe corretto, ho preso la barca il 16 gennaio e ho detto determinate cose sulla squadra, penso sia una buona squadra. Le cose stanno andando bene ma conosciamo il calcio e la città e tutto questo può cambiare in un secondo, dobbiamo lavorare da squadra umile, la presunzione fa andare le gambe più piano, non ce lo possiamo permettere perché giocheremo contro la Fiorentina di Italiano, non c’è tempo per festeggiare o fare scalette e proiezioni”.”.
CHIAVE DEL MATCH - “Ora sembra che faccio il fenomeno, ma ai ragazzi avevo detto che l’avremmo potuta vincere lì a sinistra la partita. Non si tratta di giocatori forti o meno, c'era un divario fisico importante tra Buonanotte e Spinazzola, altri giocatori con una corsa diversa. La condizione di Spinazzola mi faceva pensare che quella parte di campo poteva essere una parte in cui avremmo fatto gol. Penso che queste gare le prepari rispettando l'avversario. Più lo rispetti e più cerchi di non farlo giocare tranquillo. Loro sono una squadra che gioca tanto col pallone tra i piedi e quindi devi scegliere se aspettare o levargli il tempo di pensare. Secondo me il risultato è troppo ampio anche il nostro portiere è stato bravo, abbiamo concesso ma è normale con una squadra così. I giocatori sono stati quasi perfetti, non perfetti perché sennò smettono di lavorare se glielo dico. Sono stati fantastici nell'aggressività, ma anche nello sforzo fisico come Lukaku e Dybala, Paulo ha fatto scivolate e avanti indietro. Senza questo atteggiamento si rischia di prendere imbarcate in queste partite".
IL PADRE - “Purtroppo non hai la fortuna di conoscere mio padre, l’avrò visto 2 volte in 50 giorni, quando passa a Trigoria sgattaiola, non mi parla quasi mai di calcio, un po’ perché ha fiducia, un po’ per non mettermi in confusione, l’altro giorno l’ho incontrato al bar e nemmeno sapeva stessi lì, ogni tanto parliamo di risorse umane, tatticamente parliamo poco. I complimenti che mi fate è perché ho ereditato da lui la passione del calcio, poi forse anche relazionarmi con la gente. Lui non vuole parlare di questo, è un po’ schivo, ma è felice per me, sta rivenendo anche allo stadio e si sta godendo in silenzio questi 50 giorni”.
PAREDES - “Quella palla non era preparata, non è che era uno schema, avevamo poco tempo per ragionare, c’erano duelli uomo a uomo ma i nostri giocatori sono forti e dovevo mettere le qualità dei miei davanti a tutti il resto. Leandro è forte, è campione del mondo, ha giocato con PSG e Juventus, è un giocatore forte, in allenamento corre, va forte, lo stimolo, ho confidenza e posso permettermi di entrargli più diretto, posso prenderlo in giro davanti ai compagni, evidenziando lacune tattiche, scherzando lo stimolo in tanti aspetti che lui deve ancora migliorare. Non capisco perché siate ancora stupiti di Paredes, è di rango mondiale, parlare solo di lui è sbagliato, ma ha fatto una partita eccezionale”.
CELIK - “Non è che se gli dici che è forte diventa forte, se è una sega è una sega (ride, ndr). Celik è uno dei più forti che abbiamo, non è che se lo martello diventa forte, se fa una partita bella a Monza, stasera è perché si allena bene, all’inizio gli preferivo chiunque, ma lui stava lì con il sorriso ma non perché è scemo, voleva giocare di più e gli ho risposto che facevo le scelte per farmi vincere le partite, non ho niente contro di lui ma ci punto, poi è venuto a parlargli anche Montella (CT della Turchia), ma anche se non giovava mai non abbasava il livello degli allenamenti, questo fa la differenza. Uno può reagire con il muso, con il sorriso, poi questo lo accetto, io ero un titolare e se non giocavo non ero felicissimo, ma se vai forte in allenamento, vai forte pure in partita”.
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