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Cairo: “Juric bravo, tensioni superate. Buongiorno? La verità sull’Atalanta”

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Urbano Cairo, presidente del Torino, ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole su Ivan Juric: “Ci siamo piaciuti subito. Doveva arrivare prima. Ma non se la sentiva di lasciare il Verona che gli aveva...
Marco Astori

Urbano Cairo, presidente del Torino, ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole su Ivan Juric: "Ci siamo piaciuti subito. Doveva arrivare prima. Ma non se la sentiva di lasciare il Verona che gli aveva dato fiducia, dopo un solo anno. Noi disputammo uno dei peggiori campionati della mia gestione. In ospedale, dov’ero ricoverato per il Covid, vidi due partite: Genoa-Toro 1-2, bella, mi tirò su; e Toro-Lazio 3-4 con due gol presi al 95’ e al 98’. Mi tornò la febbre. Dissi a Juric: “Stavolta però vieni”. Ed è venuto al Toro, anche se aveva altre offerte. È nato un bel rapporto, lo chiamavo spesso, ci parlavamo. Mi chiedeva sempre giocatori, io gli spiegavo che avevo investito negli anni precedenti e che avevamo perso molti ricavi con il Covid. Qualche tensione c’è stata, ma l’abbiamo superata. Juric è bravo, mi piace il suo calcio aggressivo, la sua pressione alta. L’ho detto: mi porto nel telefonino una sua partita. Ma c’è una frase di Biante, uno dei Sette Sapienti, sulla quale dovrebbe riflettere: “Conquista ciò che possiedi”. Cioè: sei bravo, hai tutto quello che ti serve, non ti manca nulla, ci sei. Gli regalerei il libro che hanno regalato a me".

BUONGIORNO - "Buongiorno è un ragazzo cui sono affezionato personalmente. Per caso, ci siamo trovati a New York negli stessi giorni. Dovevo ricevere il Premio Palazzo Strozzi Foundation, l’ho invitato alla cena di gala. A luglio gli ho rinnovato il contratto fino al 2028. Il suo procuratore, quel sacramento di Beppe Riso, bravo, un top, si è messo a scherzare: “Adesso sarà impossibile venderlo... Tu non vendi mai i giocatori. Mi ricordo quando volevo portare Baselli a Roma e non hai voluto”. Gli ho risposto: “A Buongiorno sono affezionato, ma non è vero che non vendo i giocatori”. Mi chiama Luca Percassi, ero in Sardegna in vacanza. Mi dice che vuole Buongiorno. Ci vediamo a Milano e gli spiego: “Guarda, è quasi il nostro capitano, sta con noi da 17 anni. La vedo difficile, per non dire impossibile”. Lo dico a Vagnati che informa Riso. Luca insiste, entra nella trattativa Zapata e siamo vicini a un accordo. Preciso: “Tutto è subordinato alla volontà del ragazzo”. Lui mi chiama e mi dice: “Senta, pres. Ci ho pensato a lungo, non me la sento di andare”. Gli dico: “Sono felice. Resti con noi, facciamo un gran campionato. Fatti vivo di più con me, perché mi sei piaciuto”. La telefonata è durata un minuto. Ho rinunciato a dei bei soldi, ho preso lo stesso Zapata e poi Tameze, Bellanova, Soppy, Vlasic, Sazonov".


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