squadra

Bellanova: “Darò il massimo per rientrare tra i 26! Juric come un padre, Zapata…”

Bellanova: “Darò il massimo per rientrare tra i 26! Juric come un padre, Zapata…” - immagine 1
Lunga intervista a Radio TV Serie A per Raoul Bellanova, ecco le parole dell’esterno del Torino: “Cos’è il Toro? Da quando sono arrivato, la cosa che mi ha colpito più di tutte è stato l’affetto e il modo in cui mi hanno...
Guglielmo Cannavale

Lunga intervista a Radio TV Serie A per Raoul Bellanova, ecco le parole dell'esterno del Torino: "Cos'è il Toro? Da quando sono arrivato, la cosa che mi ha colpito più di tutte è stato l'affetto e il modo in cui mi hanno accolto i tifosi. A Torino ho giocato un anno, per adesso, e sembra di essere qui da quattro o cinque anni. I tifosi si fanno sempre sentire, sia in città sia in campo, sostenendo anche nei momenti difficili. I compagni mi hanno accolto benissimo, anche quando inizialmente non avevo ancora carburato, sono veramente contento della scelta che ho fatto e la rifarei altre centomila volte. Lo stadio è stato praticamente sempre pieno, il pubblico è ambizioso anche per la storia che ha questa grande squadra. È giusto che i tifosi del Toro richiedano ai giocatori, quest'anno nelle sconfitte e nelle vittorie abbiamo dato il 100% cercando di portare a casa più punti possibili".

JURIC - "Lo devo ringraziare come fosse un padre, è stata una persona fondamentale che più di tutti mi è servita in questa crescita. Avere la fiducia del mister è la cosa più importante per rendere in campo, anche quando inizialmente non riuscivo a esprimermi come volevo lui era sereno, veniva a parlarmi e ha iniziato a farmi fare dei lavori mirati in campo. Piano piano sono usciti i frutti del suo lavoro, il 60% di quello che ho fatto quest'anno è merito suo".


ZAPATA - "Ammiro molto Duvan, dopo aver fatto la Champions League e tutti quei gol l'ho sempre visto allenarsi al 100%, è uno che non si risparmia mai quando potrebbe anche farlo. Dal primo giorno ha sempre spinto al massimo, non c'è stato un allenamento dove è andato piano: penso che questo sia fonte di grandissima ispirazione. È rinato e se lo è meritato, io ho avuto la fortuna di viverlo nel suo prime, quando sono stato per sei mesi all'Atalanta".

INTER - "E succede il panico, all'Inter non si può dire di no. Ero in vacanza con i miei, arriva il mio procuratore e mi fa: "Domani viene l'Inter con Ausilio, vuole che vai a Milano". Gli rispondo: "Non dirmi neanche le cifre, firmo adesso il contratto". E' stato veramente emozionante. Un bimbo che sogna di giocare nello stadio della sua squadra del cuore ed è lì per realizzare il suo sogno. E' stato un anno partito basso e finito alto. Gli ultimi due mesi ho giocato, la finale di Champions non ti capita tutti i giorni e di questo devo ringraziare Ausilio, Marotta e soprattutto mister Inzaghi perché, nonostante tutto, mi ha sempre aiutato e si è sempre comportato bene con me. Giocando quelle tre partite di Champions League, capisci veramente il calcio delle stelle. Con quei calciatori ci giocavi prima solo alla playstation. Il Bayern, il Barca, il City. Purtroppo quella finale non è andata come volevamo, una finale che secondo me brucerà ancora per tanto. Ma penso che abbiamo dimostrato di averla giocata in maniera incredibile. Sono veramente contento per la vittoria del loro ventesimo scudetto. Quest'anno hanno mostrato una qualità, anche nelle riserve, impressionante. Anche con le riserve penso che avrebbero comunque potuto lottare per vincere. Questo è il loro segreto, così come lo è il gruppo che ho avuto la fortuna di trovare anche a Torino. A Milano ho passato un anno bellissimo con tutti i miei compagni, ci siamo sempre sentiti anche in questa stagione e adesso li rincontrerò in Nazionale".

SPALLETTI - "Ci speravo tanto, di certo la convocazione me l'aspettavo più della scorsa volta. Ma una volta che è arrivata, è stata la cosa più bella del mondo. Cercherò di dare il massimo in queste due amichevoli per rientrare nei 26 finali. La Nazionale è il sogno di ogni bambino, giochi per il tuo Paese. Il giorno prima del debutto Spalletti è venuto a parlarmi, mi ha chiesto come stavo e se ero tranquillo, un po' di cose private senza mettermi nessun tipo di pressione. Ero veramente emozionato, teso, poi quando inizia svanisce tutto. All'intervallo il mister mi ha corretto un po' di errori, ma si sa che sta attento ai minimi dettagli, giusto così. La verità è che c'è un gruppo bellissimo, ho trovato tanti compagni che ho avuto all'Inter, ma vuoi o non vuoi alla fine conosci bene tutti. E' proprio come fossi in un club. Giusto anche che ci sia un blocco nerazzurro visto quello che han fatto quest'anno".