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Muriel: “Chiesa vale anche più di 100 milioni. Impressionato da Simeone, noi tre insieme…”

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Luis Muriel dice tutto al Corriere dello Sport. L’attaccante della Fiorentina si è raccontato in vista della gara contro l’Atalanta: “Quando si è prospettata l’idea di venire a Firenze, sognavo di restare. Sono arrivato con l’obiettivo...
Alessandro Cosattini

Luis Muriel dice tutto al Corriere dello Sport. L’attaccante della Fiorentina si è raccontato in vista della gara contro l’Atalanta: “Quando si è prospettata l’idea di venire a Firenze, sognavo di restare. Sono arrivato con l’obiettivo di fare bene e di conquistarmi il riscatto. Quando arrivi in una nuova realtà, all’inizio è sempre un po’ complicato. Onestamente non mi aspettavo tutta questa empatia e questa capacità di fare bene da subito. Io ero consapevole della mia voglia, gigantesca, di fare bene. Il merito è stato dell’allenatore, che mi ha dato subito grande fiducia, e della squadra che mi ha accolto bene e mi ha dato l’opportunità di mettere subito il mio calcio al loro servizio”.

TRIDENTE - “Io con Chiesa e Simeone? Abbiamo giocatori forti per poterci esprimere anche così, con il tridente pesante. Giovanni e Federico sono giocatori che si sacrificano e aiutano molto la squadra. Io? Non mi piace parlare in prima persona, preferisco mettere i miei compagni davanti a me ma anche io cerco di bloccare le ripartenze degli avversari".


CHIESA - “Se vale davvero 100 milioni? Per come va il mercato adesso, penso anche di più (ride, ndr). Federico è un grandissimo giocatore, è molto giovane, può migliorare rispetto a quanto abbiamo visto fin qui e può davvero pensare di essere tra i primi giocatori per qualità tecniche. È forte fisicamente, ma soprattutto ha testa. Credo che mettendo insieme l’esperienza necessaria, facilmente potrà essere uno dei migliori al mondo".

SIMEONE - “Giovanni è tra i compagni che mi hanno impressionato di più. Quando sono arrivato, lui era uno dei titolari fissi, poi ha cominciato a giocare di meno, eppure non è mai mancata la voglia di aiutare il gruppo. Ogni volta che è entrato in campo ha quasi sempre fatto la differenza: è anche questione di testa. Non brilla davanti alla porta? Non ridurrei il tutto a questa considerazione. Giovanni è più bravo a giocare dentro l’area, è portato naturalmente a fare più gol: nel calcio, poi, ci sono momenti. In questo periodo, diciamo che a me gira tutto dalla parte giusta (sorride, ndr)”.