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Mourinho: “Ora vogliamo vincere la finale. Mi rifiuto di parlare bene di Abraham perché…”

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La Roma conquista la finale di Conference League. Così José Mourinho ha parlato a Sky Sport dopo la vittoria dei giallorossi contro il Leicester: “Mi scuso con studio ma sono stanco, voglio andare a casa. Vittoria di famiglia, non solo di...
Alessandro Cosattini

La Roma conquista la finale di Conference League. Così José Mourinho ha parlato a Sky Sport dopo la vittoria dei giallorossi contro il Leicester: “Mi scuso con studio ma sono stanco, voglio andare a casa. Vittoria di famiglia, non solo di quella in campo e in panchina, quella dello stadio anche. Penso sia il merito più grande, l’empatia, il senso di famiglia. Abbiamo fatto una gara straordinaria, altri possono interpretarla in altro modo, ma il portiere ha fatto due parate in 180 minuti con una squadra di Premier quindi abbiamo fatto qualcosa di buono. I ragazzi sono straordinari, meritano questo. Ora ci sono tre di Serie A per finire nel migliore dei modi, poi la finale, abbiamo fatto un tragitto straordinario. Vogliamo vincere la finale, l’abbiamo pagata in Serie A perdendo punti. Siamo una squadra che rischia, ma non abbiamo capacità di farlo per 90’. Abbiamo trasformato in un 3-5-1-1, abbiamo fatto uno sforzo incredibile a centrocampo. Senza Mkhitaryan non era facile, tanto lavoro di Zaniolo e Abraham. Famiglia, arriviamo così in finale.

Abraham? Tammy lo sa. Mi rifiuto a parlare bene di lui, perché può fare ancora meglio. È un grande giocatore con potenzialità per fare ancora meglio e faccio fatica ad accertarlo io. La disponibilità deve averla in ogni partita, non solo con Lazio e Leicester, voglio di più. Energia, sofferenza, appoggio: famiglia. Grande Real e grande Carletto Ancelotti, ora vinciamo la finale (sorride, ndr)”.


Poi in conferenza ha aggiunto: "Abraham è molto stanco. Nelle palle inattive è rientrato ed è un giocatore fantastico anche in questa chiave. Per me è una situazione dura perché per cinque minuti in più, c'è un corner dove tu vai in finale o vai ai supplementari. Per questo esigo sempre uno in più, un minuto in più. Però era stanco e ho dovuto cambiarlo. Tutti hanno fatto uno sforzo straordinario. Hanno questo potenziale per cambiare le dinamiche delle partite e ci ha obbligato ad abbassarci perché non volevo pressare con tre giocatori, c'è stato più lavoro per gli attaccanti ma la difesa così era più compatta. Siamo stati molto tranquilli e organizzati. Se un giocatore non sbaglia, eravamo tranquilli. Sono due gare, 180 minuti, contro una squadra forte, dove Rui Patricio ha fatto una grande parata all'andata e niente al ritorno. Siamo stati sempre molto tranquilli e ora andiamo a Tirana".