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Maignan: “Ibra è un esempio, spero torni presto. Ho rischiato di saltare tutta la stagione”

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Il portiere del Milan Mike Maignan ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport in cui ha parlato di dome ha gestito l’eredità di Donnarumma. IBRA – “Quando sono arrivato mi ha fatto i complimenti per il titolo...
Andrea Agostinelli

Il portiere del Milan Mike Maignan ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport in cui ha parlato di dome ha gestito l'eredità di Donnarumma.

IBRA - "Quando sono arrivato mi ha fatto i complimenti per il titolo con il Lilla, ma mi ha spiegato che in Italia era tutta un’altra cosa e che al Milan c’era più pressione. Ibrahimovic è un esempio per tutti. Anche lui, come me, ha stretto i denti per centrare l’obiettivo come si era ripromesso. Spero torni presto con noi".


KALULU - "Si è rivelato davvero forte, anche mentalmente, ha saputo sfruttare al meglio la sua occasione e spero continui così".

THEO - "Siamo molto legati pure in nazionale".

GIROUD - "Olivier non è una sorpresa per nessuno, e ha pure demolito come promesso la maledizione del numero 9".

DONNARUMMA - "Non ho mai sentito alcun tipo di stress al riguardo, perché non è mai stato un mio obiettivo prendere il posto di Gigio, oppure di farlo dimenticare. Sono venuto al Milan per scelta professionale, per lavorare e giocare il mio calcio. Poi, quando lavori bene, raccogli i frutti.Certo, sapevo che magari non mi avrebbero fischiato, ma al Milan mi sono subito sentito a casa, e l’affetto dei tifosi è straordinario".

INFORTUNIO - "Ero soprattutto frustrato. È stato difficile da accettare. Ho giocato sette partite con la mano infortunata e non volevo fermarmi, né mollare i miei compagni. Preferivo iniezioni e creme, e mi allenavo solo alla vigilia dei match. Poi quando in nazionale mi sono fermato quattro giorni e il dolore non passava, ho capito che dovevo curarmi. Lo specialista che mi ha seguito al Milan mi ha spiegato che avrei rischiato uno stop di un anno. Così mi sono fatto operare, ma ho fatto di tutto per tornare il prima possibile. Stare a casa senza far niente non fa per me, avevo troppi obiettivi. Così sono rientrato dopo sei settimane invece di dieci".

CHAMPIONS LEAGUE - "L'obiettivo è fare sempre meglio, imparando da quanto vissuto quest’anno. Non la vinciamo da troppi anni. È un mio obiettivo riportare il Milan ai vertici anche in Europa, dove gli spetta".

PIOLI - "Parlo molto con lui? All’inizio lo facevo per necessità, perché quel che mi veniva chiesto a Lilla da Galtier era diverso. Tatticamente in Francia si ragionava più sulla zona. In Italia invece c’è più gioco sull’uomo. Con il mister parlo per gestire al meglio certe situazioni. Lui mi dà molti consigli dal punto di vista tattico, e a volte gli propongo spunti e alternative. La cosa bella è che con Pioli si può dialogare".

DERBY - "C’era la volontà di provarci. Poi abbiamo avuto un periodo meno positivo, in cui siamo quasi andati in panico. Ma ci siamo parlati e rimessi al lavoro, dicendoci che non era finita, che c’erano ancora tante partite. E quando l’Inter è inciampata a Bologna, abbiamo capito che per loro era finita, perché eravamo ormai focalizzati su noi stessi. E grazie pure all’Inter: dopo il 3-0 in Coppa Italia avevamo il coltello tra i denti. Quella sconfitta ci ha molto motivati...".