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Lippi: “Sono incazzato: vomitevole e impressionante quello che succede al calcio”

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Marcello Lippi è una furia. Il ct dell’Italia campione del mondo nel 2006 ha parlato a Radio Deejay, esprimendo tutta la sua rabbia per il momento che sta vivendo il calcio italiano: “Il presente è veramente vomitevole. Mi fa incazzare,...
Edoardo Cannavale

Marcello Lippi è una furia. Il ct dell’Italia campione del mondo nel 2006 ha parlato a Radio Deejay, esprimendo tutta la sua rabbia per il momento che sta vivendo il calcio italiano: "Il presente è veramente vomitevole. Mi fa incazzare, lo dico sinceramente. Sento solo discorsi di questo tipo: bisogna fare squadra, bisogna essere uniti, compatti, coesi. Essere squadra? Ognuno pensa ai cavoli suoi, ognuno pensa a casa sua, pensa alle poltrone, a livello politico, a livello scientifico, a tutti i livelli. Qui in Italia si strumentalizza tutto a proprio uso e consumo. Se c’è qualcuno che fa o dice qualcosa di buono viene immediatamente sputtanato, gli mettono i bastoni tra le ruote. Ci si chiede se ripartire o no, perché non si dovrebbe ripartire? Certo che bisogna ripartire.

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Ci dicono da un sacco di tempo che dovremo convivere a lungo con questo virus. Riparte quello, riparte quell’altro, e allora perché il calcio non deve ripartire? Non è più come due mesi fa, quando purtroppo ci siamo ritrovati a dover far fronte a uno tsunami, una crisi drammatica che non eravamo preparati a gestire. Persone che finivano in ospedale quando ormai era troppo tardi. Non c’era l’organizzazione che c’è adesso. Il virus ha perso potenza, numerose terapie intensive sono vuote, oggi siamo in grado di contrastare diversamente la pandemia e allora cosa spinge qualcuno a sostenere che il calcio non deve ripartire? Nei confronti del calcio c’è una demagogia impressionante, un moralismo inaccettabile. Il calcio può piacere o meno, si può essere tifosi o non tifosi, ma una cosa non va mai dimenticata: il calcio professionistico è un’industria e come tale deve essere trattato".