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Osimhen: “Perché ho detto di no all’Arabia, voglio l’Europa: l’offerta era folle! La Premier e Kvara…”

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Victor Osimhen si racconta in una lunga intervista per "The Obi One Podcast" in cui ha parlato dell'offerta arrivata dall'Arabia Saudita la scorsa estate.
Andrea Agostinelli

Victor Osimhen si racconta in una lunga intervista per "The Obi One Podcast" in cui ha parlato dell'offerta arrivata dall'Arabia Saudita la scorsa estate. Queste le sue parole all'ex Chelsea Obi Mikel, che nel podcast ha detto di volerlo portare ai Blues.

TIFOSI NAPOLI - "L'atmosfera è fantastica, non solo quando entri in campo ma già quando lasci l'hotel. Specialmente nella serate di Champions League. Contro il Liverpool fu una serata fantastica. Quando arrivammo allo stadio c'erano fumogeni ovunque e i tifosi picchiavano sul nostro bus. Come giocatore vedi questa atmosfera e  vuoi andare in campo immediatamente".


MARADONA - "Non ho mai visto il suo murales, non ci sono mai stato. Non posso camminare nel centro di Napoli. I tifosi sono fuori dal centro d'allenamento con qualsiasi condizioni per fare una foto o per un autografo. Ma se vado a mangiare una pizza non pago, quando provo a pagare mi dicono di no e mi ringraziano per quello che stavo facendo della città".

SPALLETTI - "Quando si stava per avvicinare il momento dello Scudetto, ci ha mandato un lungo messaggio emozionante. Non è nato a Napoli ma sapeva tutto di questa città, del club e delle sue tradizioni. Ci ha evidenziato cosa avesse potuto significare vincere uno Scudetto qui. Ci ha fatto venire la pelle d'oca, non avevo mai vinto un trofeo. A quel punto volevo vincere, fu una grande motivazione e fu un punto di svolta. Da quel momento in poi affrontammo ogni gara dando il massimo per via di quelle parole che Spalletti dedicò tutti i giocatori. Contro la Juventus all'intervallo ci fece alzare tutti in piedi, ci guardò negli occhi e ci disse di aver allenato più di mille partite ma non aveva mai vinto un trofeo. Ci disse che non voleva essere ricordato come l'allenatore senza trofei così come noi giocatori non volevamo essere ricordati come quelli che non avevano vinto nulla. Ci disse che avevamo un'opportunità per cambiare la nostra vita, di scrivere il nostro nome nei libri di storia. Ci disse, vincete questa partita e quando torneremo all'aeroporto capirete quello che vi sto dicendo".

SCUDETTO - "Aver vinto uno Scudetto col Napoli è una grande cosa per me, la gente mi ferma per strada per ringraziarmi. È incredibile".

KVARATSKHELIA - "È un talento straordinario. Quando lui decide di giocare sul serio, non vedo come un difensore possa fermarlo. È davvero bravo. È un giocatore straordinario. Ci siamo capiti immediatamente quando è arrivato. Anche in spogliatoio è un ragazzo eccezionale e tutti lo amano. Lui sa come voglio il pallone e dove lo voglio, credo mi abbia fornito otto assist la scorsa stagione. È davvero un giocatore eccezionale. Quando venne acquistato, io arrivai per ultimo in ritiro e lui era già lì che si allenava. Stava giocando una partitella e io mi misi a guardarlo chiedendo chi fosse questo ragazzo. Finito l'allenamento ci sedemmo per conoscerci, sapevo che sarebbe stato utile per il modo in cui trattava il pallone. Parliamo sempre in campo, sin dal primo giorno di allenamento abbiamo fatto squadra completandoci l'uno con l'altro come Messi e Suarez. Lui segnò subito contro il Verona alla prima di campionato, festeggiai con lui e mi disse che il secondo gol l'avrei dovuto fare io. In allenamento fa certe giocate o certi gol che i compagni si fermano per applaudirlo. Per me è stato facile, c'è stata subito chimica".

ARABIA SAUDITA - "Devo essere sincero, non ne ho mai parlato. Dopo l'ultima stagione ho parlato con il Napoli e mi avevano fatto capire che non mi avrebbero ceduto. Ma poi è arrivata questa offerta, mi ha tentato, era difficile da rifiutare. Era da parte di un club dell'Arabia Saudita (Al Hilal). Era un'offerta importante, mi sono incontrato col Napoli per tre volte parlando di questa offerta e per capire come trovare un accordo ho parlato anche l'allenatore (Garcia, ndr) del progetto tecnico. Ho preso la mia decisione di rimanere con il Napoli. È stata una situazione normale. Del mio futuro avevo parlato col club al termine della stagione, ho valutato quale fosse l'opzione migliore per la mia carriera. Ovviamente non puoi sapere cosa il futuro abbia in riserbo e vedremo al termine della stagione".

OFFERTA ARABIA SAUDITA - "Ovviamente voglio rimanere in Europa. Ci ho pensato su e quella fu una decisione importante da prendere per me. Ho messo tutto nelle mani di Dio. Ne ho parlato al Napoli con le persone all'interno del club, alla fine mi piacciono le persone qui e ho deciso di rimanere. Per il momento non penso di andarmene. Sanno perfettamente da dove provengo. Non hanno mai mollato sino all'ultimo giorno di mercato ma prima della prima partita ufficiale ho detto loro che per me era un capitolo chiuso. Era un'offerta importante, di quelle che ti possono cambiare la vita. Era tipo: wow. Più dicevo di no, più loro aumentavano la loro offerta. Ma dovevo prendere una decisione che fosse buona anche per la mia carriera. Per quanto giochiamo a calcio per soldi, c'è anche una sorta di onore che va di pari passo".

PREMIER LEAGUE - "Avevo due maglie che ho preso da mio fratello. Ne avevo una del Chelsea e una del Manchester United. Un sacco di miei amici sono tifosi del Chelsea, un po' meno sono tifosi dello United. In Nigeria tutti guardano la Premier League, è qualcosa di unico per qualsiasi cittadino africano. L'intensità è molto alta".

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