GENOVA - "Sono a venti minuti dal nostro centro sportivo e vicino al mare, in una città bella come questa. Faccio il bagno anche in inverno, perché mi rilassa. Per vivere, non c’è posto migliore dell’Italia: per il clima, l’ospitalità delle persone, il cibo. Ormai mangio solo italiano, impazzisco per la carbonara. Nel giorno libero mi piace andare alle Cinque Terre, oppure a Portofino, Sanremo, Milano. A volte mi spingo fino a Monaco, nel Principato. Mi mancherà tutto questo? Sicuro, sicuro. Ma non è ancora detto niente. Nel Genoa gioco come piace a me: libero".
GOL PIÙ BELLO - "Il secondo a Udine: prendo palla da Retegui sul vertice, appena dentro l’area, e la infilo di destro nel “sette” sul primo palo".
AVVERSARIO PIÙ DURO - "Il cagliaritano Hatzidiakos: ho ancora i segni delle botte prese".
GILARDINO - "Ha alzato il mio livello e, d’altra parte, io mi trovo bene sia che abbia accanto Retegui o Ekuban. Tutti noi sappiamo cosa fare in campo, come muoverci e quali spazi attaccare, e questo è merito dell’allenatore. Siamo una squadra equilibrata, un mix di esperienza e gioventù. Il risultato è che in classifica siamo undicesimi: pazzesco, per una neopromossa. E il prossimo anno il Genoa potrà fare ancora meglio".
SERIEA - "Ero confident, fiducioso, di poter far bene in A, perché la scorsa stagione in B mi è servita molto per capire e adattarmi meglio al vostro calcio, favorito dal fatto di giocare in una squadra che girava a meraviglia e che infatti ha conquistato la promozione. Certo non mi aspettavo di segnare 14 gol, ma più segno più divento sicuro di me stesso".
SALTO IN UNA BIG - "Mi sento pronto, sì, ma deve venir fuori qualcosa di veramente grosso per convincermi ad andar via di qua. Perché io, qua, ripeto, sto molto bene. E poi devo trovare un allenatore come Gilardino: come ho detto, lui mi dà molta libertà in campo".
PREMIER LEAGUE - "Da bambino sognavo di arrivare in Premier, ma da quando gioco qui ho un po’ cambiato idea, perché mi piace così tanto stare in Italia… C’è la vita, qua… Perciò, non è che smanio per andarmene. Anche in questo caso, come in quello del mio addio al Genoa, perché succeda deve essere una roba pazzesca".
LIVERPOOL - "Arne Slot (insieme all'AZ, ndr)? Non mi ha ancora chiamato. Però, chissà…".
GASPERINI - "Chiamate dall'Italia? Nessuna. Ricordo però che l'allenatore dell’Atalanta, Gasperini, mi fece i complimenti dopo la partita".
INTER - "Hanno dimostrato di essere i migliori, sanno far bene tutto. Hanno un sistema di gioco che funziona. Mi ha colpito molto Calhanoglu: imposta, difende, passa la palla forte e precisa sul corto e sul lungo, tira…".
MILAN - "Forti, si muovono per tutto il campo e mi piace come controllano il gioco. Mi piace Reijnders, un altro che a centrocampo sa fare un po’ di tutto".
JUVENTUS - "Molto “italiana”, compatta. Con loro abbiamo pareggiato due volte, un grande orgoglio per una squadra come la nostra".
RUOLO - "La mia posizione preferita è proprio quella da numero 10, ma posso giocare a sinistra, a destra, più vicino alla porta. Per me è importante avere la libertà per poter esprimere la mia fantasia, dare sfogo ai miei “colpi”. Premier significherebbe una nuova esperienza, calcistica e di vita, dopo Olanda e Italia. La Serie A mi ha maturato, e sento che può ancora darmi molto in questo senso, perché da voi si gioca un calcio difficile, tattico e fisico insieme, che però rende un giocatore completo sotto ogni punto di vista. Ma ripeto: molto dipende dal tecnico. Gilardino mi assegna anche compiti difensivi, però quando abbiamo la palla mi fa cercare da solo gli spazi dove attaccare. Perciò, a farmi decidere non sarà tanto una questione di campionato, quanto di cosa mi chiederà l’eventuale nuovo allenatore".
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