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Gudmundsson: “Il Genoa deve fare cassa e io vorrei uno step. Inter, Juve e Slot al Liverpool…”

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Quale futuro per Albert Gudmundsson? Il centrocampista del Genoa ne ha parlato in un'intervista per Sportweek, le sue parole dopo l'anticipazione di ieri.
Andrea Agostinelli

Quale futuro per Albert Gudmundsson? Il centrocampista del Genoa ne ha parlato in un'intervista per Sportweek, le sue parole dopo l'anticipazione di ieri.

FUTURO - "Un altro anno a Genoa? Adesso non so dirlo. Non è un segreto che il Genoa debba far cassa e che a me piacerebbe fare uno step, un passo in avanti. Capiremo entrambi cosa conviene di più, ma in questo momento tutte e due le porte sono aperte: quelle che portano a una mia partenza, o, al contrario, alla mia permanenza".


GENOVA - "Sono a venti minuti dal nostro centro sportivo e vicino al mare, in una città bella come questa. Faccio il bagno anche in inverno, perché mi rilassa. Per vivere, non c’è posto migliore dell’Italia: per il clima, l’ospitalità delle persone, il cibo. Ormai mangio solo italiano, impazzisco per la carbonara. Nel giorno libero mi piace andare alle Cinque Terre, oppure a Portofino, Sanremo, Milano. A volte mi spingo fino a Monaco, nel Principato. Mi mancherà tutto questo? Sicuro, sicuro. Ma non è ancora detto niente. Nel Genoa gioco come piace a me: libero".

GOL PIÙ BELLO - "Il secondo a Udine: prendo palla da Retegui sul vertice, appena dentro l’area, e la infilo di destro nel “sette” sul primo palo".

AVVERSARIO PIÙ DURO - "Il cagliaritano Hatzidiakos: ho ancora i segni delle botte prese".

GILARDINO - "Ha alzato il mio livello e, d’altra parte, io mi trovo bene sia che abbia accanto Retegui o Ekuban. Tutti noi sappiamo cosa fare in campo, come muoverci e quali spazi attaccare, e questo è merito dell’allenatore. Siamo una squadra equilibrata, un mix di esperienza e gioventù. Il risultato è che in classifica siamo undicesimi: pazzesco, per una neopromossa. E il prossimo anno il Genoa potrà fare ancora meglio".

SERIEA - "Ero confident, fiducioso, di poter far bene in A, perché la scorsa stagione in B mi è servita molto per capire e adattarmi meglio al vostro calcio, favorito dal fatto di giocare in una squadra che girava a meraviglia e che infatti ha conquistato la promozione. Certo non mi aspettavo di segnare 14 gol, ma più segno più divento sicuro di me stesso".

SALTO IN UNA BIG - "Mi sento pronto, sì, ma deve venir fuori qualcosa di veramente grosso per convincermi ad andar via di qua. Perché io, qua, ripeto, sto molto bene. E poi devo trovare un allenatore come Gilardino: come ho detto, lui mi dà molta libertà in campo".

PREMIER LEAGUE - "Da bambino sognavo di arrivare in Premier, ma da quando gioco qui ho un po’ cambiato idea, perché mi piace così tanto stare in Italia… C’è la vita, qua… Perciò, non è che smanio per andarmene. Anche in questo caso, come in quello del mio addio al Genoa, perché succeda deve essere una roba pazzesca".

LIVERPOOL - "Arne Slot (insieme all'AZ, ndr)? Non mi ha ancora chiamato. Però, chissà…".

GASPERINI - "Chiamate dall'Italia? Nessuna. Ricordo però che l'allenatore dell’Atalanta, Gasperini, mi fece i complimenti dopo la partita".

INTER - "Hanno dimostrato di essere i migliori, sanno far bene tutto. Hanno un sistema di gioco che funziona. Mi ha colpito molto Calhanoglu: imposta, difende, passa la palla forte e precisa sul corto e sul lungo, tira…".

MILAN - "Forti, si muovono per tutto il campo e mi piace come controllano il gioco. Mi piace Reijnders, un altro che a centrocampo sa fare un po’ di tutto".

JUVENTUS - "Molto “italiana”, compatta. Con loro abbiamo pareggiato due volte, un grande orgoglio per una squadra come la nostra".

RUOLO - "La mia posizione preferita è proprio quella da numero 10, ma posso giocare a sinistra, a destra, più vicino alla porta. Per me è importante avere la libertà per poter esprimere la mia fantasia, dare sfogo ai miei “colpi”. Premier significherebbe una nuova esperienza, calcistica e di vita, dopo Olanda e Italia. La Serie A mi ha maturato, e sento che può ancora darmi molto in questo senso, perché da voi si gioca un calcio difficile, tattico e fisico insieme, che però rende un giocatore completo sotto ogni punto di vista. Ma ripeto: molto dipende dal tecnico. Gilardino mi assegna anche compiti difensivi, però quando abbiamo la palla mi fa cercare da solo gli spazi dove attaccare. Perciò, a farmi decidere non sarà tanto una questione di campionato, quanto di cosa mi chiederà l’eventuale nuovo allenatore".