LINEA DIFENSIVA - La linea difensiva, del giocatore e del club, è comunque ancora tutta da decifrare. Pogba è ormai da mesi entrato nel tunnel di una serie di infortuni che lo hanno tenuto ai box per gran parte della stagione costringendolo a saltare l’appuntamento con la sua Nazionale per il Mondiale in Qatar. Nel comunicato del Tna, si fa riferimento anche all’esame IRMS (quello della spettrometria di massa) che ha dato esiti “compatibili” con il primo risultato analitico. Il testosterone è una specie di “nonno” del doping, ma in effetti il suo uso è stato negli ultimi anni/decenni scoraggiato dalla capacità dei sistemi di controlli di individuare la sostanza.
PRIMA LE CONTROANALISI - In casa bianconera c’è serenità ma un pizzico di irritazione è inevitabile vista la situazione. Da parte del club c’è la consapevolezza di non aver fatto nulla di sbagliato, agendo nel rispetto delle regole. Perciò si attenderà innanzitutto l’esito delle controanalisi, dopodiché si cercherà di capire se il giocatore in questi mesi possa aver commesso qualche ingenuità, magari prendendo inavvertitamente qualche farmaco contenente sostanze dopanti. Pogba ha avuto un anno molto complicato dal punto di vista clinico, è stato operato al ginocchio e soggetto a diversi tipi di cure. La Juventus sa che cosa gli ha dato e come lo ha curato in questi mesi, ma non può avere certezze su eventuali interventi esterni.
OCCHIO ALLO STIPENDIO - Per questo il club vuole vederci chiaro prima di prendere una posizione. Il doping è una cosa seria e in teoria già con la sospensione cautelativa un club ha facoltà di sospendere lo stipendio del giocatore coinvolto e in caso di accertata colpevolezza dopo la sentenza definitiva potrebbe chiedere l’annullamento del contratto”, si legge sulla rosea.
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