LA TRATTATIVA - "Decisivo, dunque, è stato l’incontro di due giorni fa, in cui di fatto l’Inter ha messo Lautaro davanti alle sue responsabilità. Un ultimatum, una mossa anche rischiosa: prendere o lasciare, l’offerta è questa e non può essere ritoccata. A quel punto l’argentino ha capito di essere davanti a una scelta delicata. Rifiutando, restando fermo sulla posizione dei 12 milioni, si sarebbe certamente esposto alle critiche dei tifosi. E il tutto sarebbe stato letto come un segnale in evidente controtendenza con le parole al miele che l’intero mondo Inter ha sempre speso nei suoi confronti, relativamente al suo ruolo di capitano. Insomma, ha capito che la corda era già stata tirata abbastanza e non si poteva andare oltre. Ognuna delle parti in causa ha fatto il proprio gioco: i dirigenti Inter da un lato, Camano dall’altro, lo stesso Lautaro con l’intervista alla Gazzetta in cui si posizionava tra i più grandi attaccanti del mondo. Poi, al momento della verità, ha vinto la voglia di non interrompere una storia d’amore che dura dal 2018. Per l’Inter il rinnovo è evidentemente un successo. Perché un mancato accordo prima del via della prossima stagione avrebbe probabilmente aperto le porte all’ipotesi di cessione già in questa estate, con tutte le conseguenze del caso. Il segnale è di quelli importanti, perché Lautaro è un giocatore nel pieno della maturità tecnica e quello che si appresta a firmare è di fatto il contratto della vita, quasi cinque volte più alto del suo primo ingaggio nerazzurro".
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