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Gasperini: “Scamacca deve correre, troppo poco così! Tourè, Carnesecchi, Bakker, Ederson…”

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Lunga intervista di Gian Piero Gasperini all'Eco di Bergamo. Il tecnico dell'Atalanta ha fatto un bilancio in vista del girone di ritorno e ha parlato anche di alcuni singoli.
Andrea Agostinelli

Lunga intervista di Gian Piero Gasperini all'Eco di Bergamo. Il tecnico dell'Atalanta ha fatto un bilancio in vista del girone di ritorno e ha parlato anche di alcuni singoli.

CRESCITA - "Dopo 20 partite la classifica è veritiera, e il nostro quinto posto è un gran risultato. Ma possiamo ancora crescere, soprattutto negli scontri diretti. Questa squadra come risultati non mi ha mai deluso, io considero un grande risultato anche il quinto posto dell’anno scorso. Quest’anno il campionato è diverso, più equilibrato, e noi abbiamo tanti giocatori nuovi. Se guardiamo ai risultati sì, c’è da essere soddisfatti. E sto anche vedendo la squadra crescere rispetto all’inizio. In campo e nello spogliatoio. Ma quello a cui tengo di più, al di là dei risultati, è il modello Atalanta".


OBIETTIVI - "La sfida del ritorno sarà questa: confermarsi con l’altra parte della classifica e migliorare contro le squadre di vertice. E credo sia nelle nostre possibilità perché nella nostra squadra alcuni valori sono cresciuti, sia di squadra, sia individuali. Ci sono giocatori che rispetto all’inizio della stagione sono cresciuti tanto come De Ketelaere, Miranchuk, Holm... Adesso è arrivato Hien, Scamacca può fare di più, Touré sta per rientrare. Se riusciamo a mantenere quello che avevamo prima e a valorizzare questi progressi, abbiamo speranze per la seconda parte della stagione".

BAKKER - "È un ragazzo positivo e ha mezzi e qualità importanti come tecnica e fisicità. Può darsi però che abbia bisogno di più tempo per l’inserimento. Perché poi le squadre sono fatte di persone le cui caratteristiche si assimilano le une con le altre. Le sue caratteristiche finora non sono state quelle che la squadra richiedeva. Sta lavorando per adeguarsi. Se ci riuscirà avrà i suoi spazi, come è successo ad esempio per Holm, che però forse aveva il vantaggio di aver già giocato in Italia. Detto questo, sono molto felice per Ruggeri, così come per Scalvini e per Carnesecchi. Tre giocatori del settore giovanile titolari nell’Atalanta sono qualcosa che fa parte del modello di cui dicevo e in cui credo. Che per me conta più dei risultati".

TOURÈ - "Si allena con noi da due settimane, sta facendo tutto, partitelle comprese. Ma ha giocato una partita negli ultimi dieci mesi. Sono contento di vederlo guarito, lo presenterò quando sarà anche competitivo. Lo sto studiando. Ha caratteristiche diverse rispetto a tutti gli altri che abbiamo in organico. Potrebbe essere simile a Muriel, con meno capacità di tiro ma più spunto".

SCAMACCA - "Deve correre. Corre troppo poco. È vero che ha grande statura, ma se è così poco dinamico non può fare niente di buono nonostante abbia qualità molto importanti".

CARNESECCHI - "Lui e Musso hanno avuto un buon rendimento tutti e due, e Musso addirittura superiore a quello degli anni scorsi. Ma il ruolo del portiere non ha vie di mezzo, o giochi o non giochi. Si possono avere due portieri di pari valore, ma bisogna che i portieri ci stiano volentieri. Se non è così, io non ho mai tenuto le persone controvoglia. Carnesecchi rientra nel modello che intendevo io. Ho questa visione che mi guida, che mi porta sempre a ragionare e fare le mie scelte come se la società fosse mia. Nel senso che il bene della società per me viene prima di tutto".

EDERSON - "Tuttocampista come Gomez? Mah, io Ederson e il Papu li avrei visti bene insieme... Lui già l’anno scorso era arretrato a centrocampo, dopo essere arrivato come giocatore offensivo. Poi allenandolo abbiamo scoperto che le cose migliori le faceva nei recuperi e in copertura. Quando tu hai un giocatore, devi decidere se lavorare sui suoi difetti o evidenziarne i pregi. Io credo sempre che sia meglio evidenziarne i pregi. E per me le soddisfazioni sono queste: veder crescere i giocatori come Ederson, come Miranchuk, come Holm..."

CESSIONI - "L’Atalanta ha bisogno di vendere, di guardare avanti, di rinnovare continuamente il proprio organico. Realizzando plusvalenze straordinarie come ha fatto in questi anni. Perché poi negli acquisti a volte si fa bene, a volte si fa male, ma nelle vendite l’Atalanta in questi anni è stata davvero straordinaria".

INFORTUNI - "In realtà non abbiamo avuto tanti infortuni. Non sono un amante delle statistiche, ma siamo sotto la media. Il problema è che sono stati concentrati come periodo e come reparto. A parte Tourè, gli infortunati sono stati Hateboer, Toloi e Palomino. Scamacca ha avuto piccole cose più volte, gli altri acciacchi normali per gente che fa il calciatore. Il problema è che se stai fuori sette giorni quando giochi tre volte la settimana salti tre partite. Ma gli infortuni sono quelli dai 20 giorni di assenza in su".

HOJLUND - "Una cosa invece mi preoccupa davvero: l’idea che si cominci a ragionare come quelle big che sono “costrette” ad arrivare in Europa per questioni economiche, perché se falliscono l’obiettivo vengono a mancare i fondi per andare avanti. Se l’Atalanta comincia a ragionare così diventa una squadra perdente, ha perso il modello. Non che andare in Europa non sia importante, ma è più importante come ci arrivi. Vendere Højlund è come andare tre volte in Europa. E a quel punto può anche succedere di non andare un anno in Europa, ma non è quello l’obiettivo più importante. L’obiettivo più importante è mantenere il proprio modello. Quando sparisce quello, io non sono più l’allenatore ideale. Era così al Genoa, potrebbe diventarlo all’Atalanta".

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