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Descrizione semiseria del pagellista: chi è l’uomo-tipo che rovina le vite dei fantallenatori

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Ah, il fantacalcio. Una summa sociologica dell’amata terra dove il “Sì, gol!” risuona nell’intera sezione del globo devota all’arte del pallone. Tutti i vizi e tutti i capricci che animano l’inquieto corpo sociale dell’Italia...
Redazione

Ah, il fantacalcio. Una summa sociologica dell’amata terra dove il “Sì, gol!” risuona nell’intera sezione del globo devota all’arte del pallone. Tutti i vizi e tutti i capricci che animano l’inquieto corpo sociale dell'Italia trovano infatti nel Fantacalcio un corrispettivo puntuale e puntiglioso.

In un paese in cui a 56 milioni di abitanti corrispondono altrettanti allenatori (almeno), qualsiasi soggetto preposto per legge, merito o vocazione a sanzionare o giudicare l’operato altrui è visto con sospetto se non con aperta ostilità. Nell’universo fantacalcistico a questa funzione assolve una figura ben individuata e precisa: l’Uomo Che Dà I Voti Ai Giocatori, se vi fa più comodo il pagellista. Da questa figura cupa e malvista dipendono i destini di milioni di appassionati, che ogni domenica notte o al massimo lunedì trattengono il fiato sino all’uscita degli agognati voti.


Essendo il Fantacalcio un gioco la cui meccanica è più aleatoria di un tiro di dado, mezzo voto in più o in meno può fare la differenza tra un’amara sconfitta ed un insperato pareggio, tra una vittoria beffarda ed una sconfitta immeritata. Insomma, tra la voglia di suicidarsi e l'entusiasmo da champagne come fossimo a un Gran Premio. Gioia e dolore, disperazione e rabbia, tutto lo spettro delle emozioni umane è nelle mani e nei giudizi impietosi dell’Uomo Che Dà I Voti Ai Giocatori. Il pagellista agli occhi del Fantallenatore è quanto di più deteriore possa esistere al mondo; al contrario dell’uomo che compila le probabili formazioni, l’Uomo Che Dà I Voti Ai Giocatori incarna il potere, essendone al tempo stesso simbolo e segnale.

In quanto uomo di potere ad esso è additata ogni disgrazia, nella florida tradizione del “Piove, Governo ladro!”. Egli è anche casta: incarna i privilegi a cui non possono accedere i “comuni mortali” ed il suo agire è sempre malizioso ed interessato, come infine ogni interpretazione correttamente dietrologizzante dimostrerebbe. E’ infatti perfettamente chiaro al Fantallenatore che la Teoria Critica del Complotto volta a dimostrare come complotto non vi sia appunto è solo un altro Complotto.

Ma del pagellista il Fantallenatore non può fare a meno, perché egli è la colonna portante del gioco; è (ormai dovrebbe essere chiaro) il Grande Vecchio su cui si regge il delicato equilibrio di vite troppo fragili per sopportare il peso della Verità, quella che travalica i 56 milioni di opinabili punti di vista ed appare, fulgida, come la luna piena in una notte di gelido inverno: la vita, come il gioco, è caso. Ma date un 7 a Pavoletti...