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Spalletti: “Scamacca più estroso, Retegui più lineare! Dimarco c’è, Di Lorenzo un figlio, Cambiaso…”

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Sfida da dentro o fuori per l'Italia agli Europei: di fronte domani ci sarà la Croazia, ecco le parole di Luciano Spalletti in conferenza stampa.
Alessandro Cosattini

Sfida da dentro o fuori per l'Italia agli Europei: di fronte domani ci sarà la Croazia. Due risultati su tre per gli Azzurri, che staccheranno aritmeticamente il pass per gli ottavi di finale in caso di vittoria o pareggio; con una sconfitta, tutto dipenderebbe dai risultati degli altri gironi per capire se l'Italia si qualificherà tra le migliori terze (quattro su sei).

Il ct Luciano Spalletti ha provato diverse novità di formazione per domani: Darmian al posto di Dimarco in difesa accanto a Calafiori, Bastoni e Di Lorenzo; Cristante e Jorginho in mediana, con Cambiaso a destra, Chiesa a sinistra e Barella alle spalle della prima punta Retegui. Questa al momento la probabile formazione e di seguito le parole a Sky e in conferenza di Spalletti, riportate da TMW: "Sono quelle partite dove c’è quella giusta pressione per l’importanza che ha, coinvolgono molte partite e i sentimenti della gente, vanno sapute gestire. Bisogna fare il massimo momento dopo momento per essere a posto con la coscienza. Dico le stesse cose io ai ragazzi, si passa sempre da lì, quando la palla l’abbiamo noi, quando l’hanno gli altri io sono più in tensione. A volte siamo costretti a subire il gioco degli avversari, ma vogliamo fare la partita. Sarebbe un gravissimo errore entrare in campo pensando che ci basti il pari, questo ci metterebbe in difficoltà".


ATTACCANTI - "Retegui e Scamacca? Scamacca è più estroso, ti aspetti qualsiasi numero da lui, anche l’errore he magari non ti aspetti su una palla di facile gestione, è più istintivo. Retegui è più lineare, quando ha la palla da sfruttare è difficile che la manchi, è più naturale e cadenzato diciamo. Abbiamo a che fare con due giocatori forti e non dimentichiamo Raspadori che è bravissimo a legare il gioco di squadra".

CROAZIA - "Me li aspetto 4-3-3 o 4-2-3-1, poi passando i minuti saranno più disposti a far sì che venga un duello all’ultimo sangue, hanno bisogno di vincere e saranno costretti a sbilanciarsi. Una squadra fortissima come palleggio e tecnicamente, questa ricerca degli spazi… sono maestri nel mettere in pratica questo”.

CAMBI? - "Dopo una partita così l'idea di poter cambiare qualcosa c'è, perché poi probabilmente ho sbagliato io a non cambiare prima vista la prestazione contro la Spagna. Però la squadra contro l'Albania mi era sembrata talmente bella che ho ritenuto un azzardo metterci male. Ora che s'è notata un po' di fatica, un po' di ruggine, qualcosa sicuramente si cambierà".

BROZOVIC E PERISIC - "Di loro può incidere tutto, hanno volume di corsa, qualità ed esperienza. Hanno tutte le cose che servono per far bella la squadra e anche qualche anno visto che hanno molta esperienza. Sono due giocatori forti, fortissimi, gli anni insieme all'Inter li ricordo bene e siamo rimasti in buoni rapporti, a volte ci messaggiamo ancora. Sono convinto che ci daranno del filo da torcere, ma questo è il calcio. Si vedrà se riusciremo a far valere la nostra freschezza, la nostra vivacità e intensità perché quella è la direzione in cui bisogna andare. Però sono grandi persone e due ottimi calciatori".

MODULO - "Cambieremo anche qualche attitudine di squadra, avremo bisogno di qualche certezza di continuità di gioco, di resilienza dentro la partita. Non si può mettere in conto di subire certe situazioni e si cercherà di mettere più sostanza per non metterci in mano alla loro qualità. Poi è chiaro che la partita vogliamo comunque farla a metà campo, non nella nostra area di rigore. Loro hanno anche il tiro da fuori, sanno benissimo scegliere le posizioni di assumere e si vuole tenere la palla. Ma bisognerà essere attenti e quadrati come squadra".

DIMARCO - "Dimarco è recuperato, per cui è a disposizione. Però faremo un ulteriore passaggio domattina che confermi ciò, ma tutto lascia presagire che lui sia disponibile per domani. Il recupero psicologico è presto fatto, se non si fa risultato si va a casa. Loro lo sanno bene e si ha a che fare con dei professionisti a tutto tondo, con loro bisogna essere realisti e sintetici. C'è da fare questi step in avanti per andarsi a guadagnare ruoli e meriti perché va tutto veloce: o sei lì pronto a montarci sopra o resti a piedi".

DI LORENZO - "Di Lorenzo è davvero mio figlio per quanto ci sono stato insieme. Faccio sempre fatica a fare a meno di uno come lui. Poi è chiaro che devo analizzare delle cose, ma io sono convinto di quello che è il valore dell'uomo e del calciatore. Non ho bisogno di parlarci tanto, c'è una intesa talmente diretta che si capisce tutto, si vede la sua intenzione quando torna in campo il giorno dopo".

JORGINHO - "Jorginho lo conosco meno: lui ha disputato una partita sottolivello, ma dipende sempre da ciò che ha fatto la squadra. Ora ho la camera che mi punta ed è emerso che io gli ho detto quella cosa lì. Ma se la squadra non riesce a gestire la palla non è colpa sua, è colpa mia. E' una mia previsione che non s'è avverata perché lui era messo in mezzo. Ha una qualità incredibile che non ha nessun altro calciatore, è quello che dice a tutti come si devono comportare e noi di questi non ne abbiamo molti altri. Ma ne abbiamo altri, che hanno una potenzialità e una energia superiore rispetto a quella che è la sua natura, ma quando prende in mano la squadra è quel giocatore lì, puntiamo ancora molto su di lui".

CAMBIASO - "L'ho visto bene, anche se 2-3 volte s'è fatto trascinare in un contesto di posizioni che non gli erano state richieste. Questi calciatori non me li hanno ordinati, me li sono scelti da solo: mi sembra un ragazzo intelligente, ma devo conoscerlo di più. Sa fare più ruoli e in questo calcio-famiglia ci sta bene dentro, poi ci sarà sempre da vedere se saremo in grado di fare ciò che vogliamo".