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Marotta: “Chi scelgo tra Icardi e Lukaku! Onana, Frattesi, Thuram, Lautaro e le scommesse…”

Marotta: “Chi scelgo tra Icardi e Lukaku! Onana, Frattesi, Thuram, Lautaro e le scommesse…” - immagine 1
Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell'Inter, è stato ospite del Festival dello Sport. Le sue parole
Andrea Agostinelli

Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell'Inter, è stato ospite del Festival dello Sport organizzato da La Gazzetta dello Sport. Le sue parole riprese da FcInterNews.

LUKAKU - "Per chi come me ha visto tante dinamiche non c'è da spaventarsi. Ormai è il passato, quando si vive un rapporto di fiducia può diventare sfiducia ma anche delusione. Fa parte dello sport, uno sport ricco dove il denaro la fa da padrone. Lukaku fa parte di un passato recente, guardo al futuro che è la cosa più importante. Liberissimo di parlare, ma non credo dica certe cose... La panchina di Istanbul ha pesato? Non credo, l'accettare la proposta da parte dell'Inter non dipende da un episodio ma da un rapporto di grande rispetto e riconoscenza da parte nostra. Non vedo cosa possa creare come polemica, è una cosa sterile sulla quale non vogliamo cadere".


ICARDI - "Lui o Lukaku? Per come sono andate le cose, meglio Icardi".

CONTESTAZIONE LUKAKU - "Ho sentito la storia dei 50mila fischietti... Cerchiamo di vivere bene il presente, concentrarci sulle nostre forze. Questa cosa può creare distrazioni in un momento in cui sostenere la squadra è la cosa più importante. Il tifoso però paga e ha il diritto di criticare qualunque cosa accada".

ONANA - "Può tornare all'Inter? Il futuro non riesco a percepirlo, ma nel calcio ci sta tutto. Però i cavalli di ritorno a volte hanno reso bene a volte meno. Sicuramente è stata un'esperienza importante per lui e per noi, non ultima l'operazione compiuta economicamente".

LAUTARO - "Possibile Pallone d'Oro del futuro? Assolutamente sì. Credo che abbia tutte le credenziali per fare un'ottima carriera, che spesso coincide con le nomination a premi prestigiosi. Glielo auguro di arrivare a tanto. C'è un percorso lungo, ma soprattutto c'è il fatto della sua identificazione con il ruolo che ha oggi nell'Inter, tutto un insieme di valori che depongono favorevolmente per la sua crescita professionale. Il suo futuro? La società è attenta a queste indicazioni che vengono date. Accanto a Lautaro c'è un insieme di altri giocatori che meritano sicuramente una particolare attenzione da parte nostra, e con il direttore sportivo Ausilio stiamo lavorando in questo senso, però con un obiettivo: tenere sempre bene in vista quelli che sono gli obiettivi di adesso. Gli aspetti contrattuali secondo me sono aspetti oggi marginali rispetto all'impegno che noi ci aspettiamo da tutti i giocatori della rosa. Se avrei firmato per la posizione attuale in campionato e in Champions League dell'Inter? Siamo contenti perchè, al di là delle statistiche, analizziamo le prestazioni che sono state offerte, e queste non possono che essere positive, anche per quello che può essere per il nostro futuro. Devo dire che dobbiamo assolutamente dare i giusti meriti all'allenatore, che è riuscito ad amalgamare un gruppo nuovo e a creare un modello positivo".

SCOMMESSE - "Purtroppo è un grande rammarico e un'amarezza per un dirigente come me di lungo corso, significa che non siamo stati in grado fino ad oggi di inculcare i giusti valori a questi ragazzi, non siamo riusciti ed è una sconfitta in attesa di capire cosa succederà. Una sconfitta per tutta la classe dirigenziale. Dobbiamo cercare di fare attività di prevenzione, queste situazioni sono brutte e possono creare danni a tutto il sistema. Una sconfitta se uscisse un calciatore dell'Inter? Lo è già, anche se non ci fossero calciatori dell'Inter. Significa che il sistema calcio dimostra di avere grosse lacune. Dimissioni di Gravina? Ritengo che non è il modo giusto e costruttivo chiedere le dimissioni di qualcuno, ma di collaborare per raggiungere obiettivi per un'attività sostenibile, che possa valorizzare le proprie risorse".

FUTURO - "Fino a quando resterò all'Inter? Sono onorato di essere all'Inter e questo è un dato di fatto, poi ci sono molti fattori che non dipendono da me. Guardiamo il presente, un present in cui ci dobbiamo impegnare, dobbiamo avere grandi motivazioni per regalare a noi stessi, ai tifosi, alla proprietà dei bei risultati".

THURAM - "La decisione importante è quella del calciatore, è stato lui il protagonista decidendo di venire all'Inter nonostante altre offerte. Questo è significativo del fatto che il senso di appartenenza è decisivo: ha ponderato i valori, lo spazio in campo. Il ruolo del papà, poi, ha influito. Però come Thuram ci sono altri casi; l'Inter è tornata appetibile, abbiamo ricevuto tante proposte da tanti giocatori non solo italiani. Vuol dire che stiamo cercando di tornare l'Inter di una volta".

FRATTESI - "Il vantaggio rappresentato da me è il buon rapporto con Carnevali. Ma la segnalazione è arrivata dall'area tecnica, poi ognuno mette a disposizione le proprie doti. Il giocatore si è messo a disposizione per venire all'Inter, la proprietà ha dato disco verde per l'investimento e abbiamo fatto quest'operazione. Sono tante le componenti, anche mogli e fidanzate".

SCAMACCA - "Abbiamo intavolato una trattativa, poi lui ha scelto l'Atalanta perché magari ha ritenuto che lì poteva avere più spazio. Lì ci siamo ritirati noi".

ZHANG - "Non dimenticherò mai quell'evento. Nello sport si vive di cicli, quando se ne chiude uno è qualcosa di fisiologico. Chiusa l'esperienza con la Juventus, la mattina successiva ho ricevuto un messaggio di Steven Zhang. Immaginavo fosse uno scherzo perché non avevo il suo numero, poi chiamai in causa Urbano Cairo vista la loro amicizia chiedendogli lumi. Dopo che mi ha confermato, si è creato un approccio che ha portato alla creazione del rapporto che mi ha dato la possibilità di tornare immediatamente in campo. E' quell'adrenalina che ha ognuno di noi".

SCUDETTO - "Per la lotta allo Scudetto siamo altamente competitivi, come riscontro di valori emersi  e oggettivi. Essere ambiziosi non è un difetto ma un pregio, tenere l'asticella alta è uno stimolo perché tutto lo staff, chi va in campo e chi sta dietro, abbia un obiettivo. Non va confuso con l'arroganza, che è un difetto e ti porta a essere antipatico; la rivalità c'è sempre, ma i dirigenti devono trasmettere questo messaggio positivo".

CLASSIFICA - "Dove sarà l'Inter alla prossima sosta? Meglio cacciatore che lepre in questo momento... A parte questo, sicuramente dobbiamo gestire un momento di stanchezza legata alla compressione di appuntamenti che si susseguono. Riteniamo però di avere una squadra competitiva e di qualità tale che Simone Inzaghi può gestirla come vuole. Tutti i giocatori sono utlizzabili senza rimpianti".

CHAMPIONS - "Chiaro che vincere la Champions sarebbe una fonte di emozione, di gratificazione nei confronti di tutti gli interisti; non dobbiamo dimenticare il 2010. Sappiamo che è molto difficile, ma bisogna fare un distinguo: lo Scudetto lo vince chi arriva primo, è come una corsa a tappe tipo Giro d'Italia; in Champions League ci sono fattori che concorrono, non sempre la squadra più forte vince. Si può affrontare una squadra in un momento particolare, con qualche giocatore infortunato, oppure una squadra alla tua portata. Si può dire che sia più facile vincere la Champions che il campionato, dove vince il migliore. Quindi dico campionato".

MOMENTO INTER - "Positivo, perché nella continuazione di un ciclo iniziato qualche anno fa c'è una maggiore consapevolezza nei nostri mezzi. Possiamo dire di poter giocatore da protagonisti come da storia del club. Non è l'incidente di percorso che influisce, fa parte di ogni disciplina. Vanno lette le prestazioni che ci fanno dire di poter essere autorevoli protagonisti".

RENDIMENTO - "Si diceva Pazza Inter per sottolineare questi momenti altalenanti. Ma in queste stagioni c'è una tale compressione di appuntamenti tra club e nazionali che è normale vedere cali di tensione che vanno gestiti nel modo migliore. Qui ci deve pensare la società ma soprattutto lo staff tecnico, soprattutto i nuovi profili che emergono nel mondo del calcio che aiutano a vincere o perdere ma anche a creare un consuntivo che testimonia il valore della società".

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