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Gazzetta: “Fagioli, la squalifica sembra certa e anche Chiné è al lavoro: i tempi e cosa succede”

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Adesso al centro della tempesta c’è Nicolò Fagioli in casa Juventus, a meno di un mese dalla vicenda che ha riguardato Paul Pogba: ecco cosa cosa rischia e le tempistiche.
Alessandro Cosattini

Adesso al centro della tempesta c’è Nicolò Fagioli in casa Juventus, a meno di un mese dalla vicenda che ha riguardato Paul Pogba. Il nome del centrocampista bianconero da un lato compare all’interno di un fascicolo della Procura di Torino nell’ambito di un’indagine della Squadra mobile del capoluogo piemontese su un giro di presunte scommesse sportive (e non solo) su piattaforme online illegali e dall’altro è finito nel mirino della Procura della Federcalcio. Ecco quanto evidenzia oggi La Gazzetta dello Sport sulla situazione:

SITI ILLECITI E CALCIO - "Il gioco d’azzardo non è un reato e scommettere non è vietato a prescindere nemmeno a un calciatore. A patto di puntare su canali leciti e non sullo sport che si pratica. L’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva parla chiaro sul divieto «ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa». Ecco perché il 22enne piacentino rischierebbe di essere squalificato per le regole della giustizia sportiva.


AUTODENUNCIA E TEMPISTICHE - Fagioli, dalle prime ricostruzioni, nei mesi scorsi sarebbe stato interrogato a Torino e durante i colloqui con gli inquirenti avrebbe ammesso la leggerezza di aver puntato anche sul pallone. Forse anche per quel motivo gli avvocati del numero 21 juventino – Luca Ferrari e Armando Simbari – lo scorso 30 agosto hanno informato la Procura della Federcalcio del procedimento della magistratura a carico del loro assistito. L’indagine Figc non dovrebbe avere tempi lunghi. L’apertura del fascicolo, dopo segnalazione del 30 agosto da parte degli avvocati di Fagioli, c’è stata a inizio settembre e da quel momento la Procura guidata da Giuseppe Chiné ha sino a 60 giorni (salvo proroghe) per chiuderlo. Per tutti questi motivi non si dovrebbe andare oltre, al massimo, i primi di novembre.

COSA RISCHIA FAGIOLI - I rischi, grandi, per Nicolò Fagioli sono tutti ben descritti nell’articolo 24, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva della Figc: «Ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa». Insomma, scommettere da calciatore sul calcio non si può. Ecco perché la sua posizione è sotto l’attenta lente d’ingradimento della Procura Federale guidata da Giuseppe Chiné. In via Campania il fascicolo è aperto da inizio settembre, siamo alle strette finali prima di ufficializzare il probabile deferimento, massimo entro 15 giorni. La Procura sta ricostruendo l’attività di Fagioli sui siti di scommesse illegali, attività che sembrerebbe di qualche anno. I rischi di stop, qualora venisse accertato tutto (ma sembra scontato, visto l’autodenuncia) sono molto alti. La violazione del comma 1 dell’articolo 24 comporta infatti «per i soggetti dell’ordinamento federale, per i dirigenti, per i soci e per i dirigenti delle società la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.000». Quel non inferiore a tre anni è tutto da valutare e potrebbe riguardare comportamenti che farebbero peggiorare la posizione di Fagioli, come per esempio l’aver scommesso su gare della propria squadra, la Juventus.

JUVE - Già, la Juventus. Cosa rischia in questa vicenda? Nulla, ma l’indagine potrebbe invece coinvolgere altri tesserati se uscisse fuori che fossero a conoscenza dell’attività di Fagioli senza però avvisare la Procura federale”, conclude la rosea ricostruendo la situazione di Fagioli.

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