GAMBE O TESTA - “Le gambe: ho lavorato forte per trovare la condizione migliore e questo mi ha dato anche fiducia. Ma la mia testa è sempre stata a posto: ero tranquillo, avevo fiducia in Dio e in me stesso. E sentivo che avrei avuto una chance da un momento all’altro”.
SVOLTA A BOLOGNA - “Per me prima: stavo bene, vedevo che il mister mi dava più fiducia, ero pronto. Ma gli altri lo hanno visto quel giorno, sì. E da quel giorno ne ho giocate cinque da titolare, sì”.
RUOLO IDEALE - “Quella dove mi sento meglio. Ma il mister sa che se cambia tattica, posso stare dove gli serve”.
SEGNARE DI PIÙ - “Se faccio gol dopo un dribbling è il massimo, ma non lo cerco ancora abbastanza. La mia priorità era giocare con continuità e quello che mi fa giocare bene, ora, è l’idea di aiutare la squadra con dribbling e assist. Il gol arriverà”.
TRIDENTE CON HOJLUND E LOOKMAN - “Giocare con gente forte è sempre bello. Ma mi piace anche che siamo tanti in attacco e cominciamo a trovarci facilmente”.
NUOVO BOGA - “A Sassuolo arrivai a 21 anni, me ne andai a 25: ero cresciuto come uomo, ma il calciatore è maturato soprattutto nell’Atalanta. A quei tempi dribblavo quasi solo per il gusto di farlo, ora quando prendo la palla cerco di fare il dribbling che serve alla squadra”.
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