EMOZIONE - "Da quando mi sono svegliato pioveva... Ho detto: 'Pure Dio è triste'. La mia famiglia non lo sapeva. Emozione troppo forte, oggi sembravo uno zombie... Non parlavo, non scherzavo. Tre mesi fa ero in panico sul ritiro, invece oggi lo accetto e sono pronto. Un po' triste ovvio... Ho fatto questo per tutta la vita: il calcio mi ha fatto diventare uomo, mi ha fatto conoscere tante persone, ho viaggiato per tutto il mondo, grazie al calcio. Col Milan c'è troppa emozione. Il Milan mi ha dato felicità, la seconda volta amore. Mi hanno fatto sentire a casa dal primo giorno. Quando sono arrivato ho fatto una promessa: chi arriva in un club per la seconda volta fallisce sicuro, ma io ho risposto che non ho perso la passione mentalità. E abbiamo vinto. Qui la seconda famiglia. Da due figli a casa ne sono arrivati altri 25. Grande responsabilità, il mister me l'ha data e io ho fatto il mio. Possono migliorare ancora di più e avere ancora più successo con questo club".
SPOGLIATOIO - "Tutti i giorni facciamo lo stesso programma da calciatori. Ora non avrò un programma da seguire. Mi mancherà lo spogliatoio: lì dividevo tutto, ora lo dovrò fare con mia moglie. Ma sono pronto e accetto".
LA DECISIONE - "Ho detto basta negli ultimi 10 giorni: l'ho accettato, anche il non poter finire in campo. Quello che ho passato oggi comunque è stato troppo bello, un ricordo per tutta la vita. La mia macchina ormai va da sola a Milanello... Dobbiamo trovare altre destinazioni. Sono arrivato con grandi responsabilità, come un pilota alla guida di questa squadra. Mi piaceva tanto. In USA non avevo intenzione di tornare in Europa, poi Mino mi ha convinto... Ho troppa passione per il calcio, ho una mentalità che voglio sempre crescere, andare avanti, non sono mai soddisfatto. Mi mancherà Milanello, ma verrò a salutare la squadra".
FUTURO - "Per il momento voglio solo prendere tempo e godere di quello che ho fatto. Penso non sia giusto prendere una decisione di fretta, c'è troppa emozione. Voglio prendermi l'estate, godere, riflettere su quello che ho fatto. Poi, con calma, vediamo... Essere allenatore o direttore è una grande responsabilità. Quando sei calciatore hai più possibilità di essere te stesso, da allenatore sei più limitato. Non posso venire in Ferrari da allenatore, o forse Ibra può... Cambiamo un po' di regole. Non penso di lasciare il calcio in generale, ma se ci entro devo fare la scala da zero e crescere. Non significa che sarò un allenatore top".
NUOVO IBRA - "Impossibile: di Zlatan ce n'è uno. Non per il mio ego, ma perché tutti siamo diversi. Da piccolo mi paragonavano a Van Basten, ma lui è lui e io sono io. Ci possono essere cose simili, ma non è giusto paragonare così. Un altro Zlatan per il mio ego non credo".
RAIOLA - "Tutto ciò che ho fatto l'ho fatto con Mino, anche fuori dal calcio. Ero da solo, non avevo qualcuno al mio fianco. Sono molto riservato delle mie cose, con MIno le ho divise. È success la sua tragedia e non più stata la stessa cosa. Se fosse per lui continuavo a giocare a calcio perché voleva la commissione... Scusa Mino, ma è la verità".
OFFERTE - "Il momento è arrivato da me. Tanti consigli da altri ci sono stati, ma è arrivato il momento di dire basta e di godere la vita privata e il calcio in un altro modo. Offerte ci sono state, ma non era interessante. Se uno ha accettato di non continuare le offerte non interessano più".
MONZA - "Ho pensato di andare al Monza? No".
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