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Genoa, la rinascita di Taarabt: “Ho perso 11 chili in tre mesi: è cambiato tutto, ora voglio il gol”

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Il riscatto di Adel Taarabt. L’esterno d’attacco marocchino del Genoa si è raccontato a Il Secolo XIX. Queste le sue parole: “A Udine è stata la mia prima partita vera da quasi due anni: ho giocato per 90 minuti e mi sono sentito bene. Per...
Alessandro Cosattini

Il riscatto di Adel Taarabt. L’esterno d’attacco marocchino del Genoa si è raccontato a Il Secolo XIX. Queste le sue parole: “A Udine è stata la mia prima partita vera da quasi due anni: ho giocato per 90 minuti e mi sono sentito bene. Per questo devo ringraziare la società, il mister, i compagni di squadra”.

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SECONDA CHANCE - “Mi sono trovato ad allenarmi da solo. Ho trovato la forza per parlare con il mister e gli ho spiegato che stavo bene. Lui ha capito e quando gli ho chiesto una seconda chance mi ha detto che non aveva nulla contro di me. Ma che se volevo questa occasione dovevo dare subito delle risposte. Mi ha dato una settimana per dimostrargli come stavo”.


MESI DIFFICILI - “Il Genoa in ritiro, io a casa, pensavo che era tutto finito. Ho passato un momento pesante, non giocavo da 18 mesi ed ero in difficoltà. Per fortuna mi ero messo da qualche tempo a lavorare duro e ora sono qui. Si, ho lavorato tantissimo. Una grande fatica. Grandissima. Posso dire che non ho mai lavorato tanto come qui a Genova. Tanta corsa, tanto pallone, tanto pressing…. Sacrifici in privato? Non si può vivere di calcio e di divertimento. È un lavoro, l’ho capito bene. Dovevo cambiare. Serviva una vita da vero professionista”.

DIETA - “Ho cambiato tutto. Mangio bene, bevo bene, vivo bene. Dormo presto, alle 23 sono letto. Non si esce più come prima. In A ogni sconfitta qui è un dramma, in Inghilterra no. La dieta è stata tostissima. In tre mesi e mezzo ho perso 11 chili senza intaccare la forma fisica. Mamma mia se ci penso. E ora questo sacrificio non lo voglio sprecare. Ho fatto tutto questo per il Grifone”.

GOL TRA I PIEDI - “Lo sento. Con il Sassuolo meno, a casa la notte mi sono fatto delle domande: la porta è lontana, non la vedo… Ma ora mi sento meglio: ho visto la porta, ho visto delle buone giocate, mi sono ritrovato nell’uno contro l’uno…”.