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Coronavirus, Gravina: “Impossibile giocare a luglio. Ecco la nostra richiesta al Governo”

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Intervistato da Libero, il presidente della Figc Giuseppe Gravina ha parlato così degli scenari che potrebbero verificarsi a breve nel mondo del calcio dopo l’emergenza Coronavirus: “L’obiettivo è trovare un percorso condiviso per...
Alessandro Cosattini

Intervistato da Libero, il presidente della Figc Giuseppe Gravina ha parlato così degli scenari che potrebbero verificarsi a breve nel mondo del calcio dopo l'emergenza Coronavirus: "L’obiettivo è trovare un percorso condiviso per programmare il futuro. Se l’emergenza lo consentirà, a livello internazionale siamo d’accordo sull’ultimare campionati e coppe perché deve essere il campo a determinare i risultati. Ci atterremo alle indicazioni: se la condizione per giocare sarà di farlo a porte chiuse, ci adegueremo".

RIPRESA - "Siamo ancora in tempo per provare a terminare l’attuale stagione senza troppi strascichi nella 20/21, ma è evidente che andare oltre metà luglio renderebbe le cose complicate. Tutti i protagonisti faranno sacrifici per il bene del calcio. Finire quello che abbiamo iniziato, oltre ad attutire il danno economico, comunque importante, ridarebbe agli italiani la voglia di gioire".


SERIE A A 22 - "In tempi non sospetti la Figc ha chiesto alla Lega di non comprimere troppo il calendario, iniziando con due settimane in anticipo. Ed è per questo che ritengo inapplicabile e inopportuna la richiesta paventata da qualcuno di portare la Serie A a 22 squadre con un ulteriore aumento delle gare da giocare. Sarebbe un messaggio sbagliato nell’anno degli Europei. È il momento dimettere da parte le rivendicazioni personali e cercare una visione più ampia e condivisa. In ballo c’è il futuro del gioco più amato dagli italiani, per questo dobbiamo provare a far rotolare il pallone non appena possibile".

STIPENDI - "Abbiamo già iniziato a dialogare con Assocalciatori e Assoallenatori, che si sono dimostrate disponibili. La difficoltà di far fronte a determinati impegni è evidente. Nessuno può far finta di non porsi il tema del costo del lavoro. Lo faremo senza mortificare nessuno".

MOVIMENTO - "Il calcio si è sempre supportato sulle sue gambe, è il terzo comparto produttivo del Paese. Ho già chiarito che non chiediamo contributi diretti, piuttosto provvedimenti legislativi che ne agevolino la ripresa e lo sviluppo".

NUOVE PROPOSTE - "Sono frutto di una comunicazione e di un tempismo sbagliati. Siamo ancora in piena emergenza, quindi le nostre richieste sono quelle urgenti per contenere l’emorragia: proroga delle concessioni d’uso degli impianti sportivi e sospensione del pagamento dei canoni; differimento delle scadenze; estensione della cassa integrazione e dei contratti di solidarietà anche per i giocatori di Serie B e C, fino ad un massimo di 50mila euro lordi; istituzione di un Fondo Salva Calcio – al quale la Figc destinerà tutte le risorse disponibili – che funga da sostentamento per le società in crisi di liquidità. Le altre idee entreranno nella seconda, forse terza fase di interventi".

ATALANTA-VALENCIA - "C’è rammarico per tutto quello che sta passando il nostro Paese. In quel periodo ancora non c’era l’esatta percezione del pericolo, anche perché la chiusura dei luoghi di incontro è avvenuta in seguito".